Glifosato, ufficiale il no della Francia

Glifosato, ufficiale il no della Francia

Il premier Edouard Philippe ha deciso che il diserbante verrà completamente “vietato in Francia entro la fine del quinquennato” del presidente Emmanuel Macron. Senza il voto di Parigi a rischio il rinnovo decennale dell’autorizzazione.

di Goffredo Galeazzi


La Francia dice “basta” al glifosato, l’erbicida più diffuso in Europa e considerato dallo Iarc (l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) probabile cancerogeno. Il premier Edouard Philippe ha deciso che il diserbante verrà completamente “vietato in Francia entro la fine del quinquennato” del presidente Emmanuel Macron, vale a dire entro il 2022. La messa al bando riguarderà ogni tipo di utilizzo. Malgrado l’ostilità degli agricoltori, Parigi ha comunque deciso di opporsi al rinnovo per dieci anni, da parte dell’Unione europea, della licenza sul glifosato che scade a fine 2017. Il voto sull’autorizzazione del glifosato si dovrebbe tenere il 5 o 6 ottobre in seno a un comitato d’esperti.

“La Commissione europea ha proposto di rinnovare la licenza per il glifosato per altri dieci anni. Ciò è troppo a lungo, dato le preoccupazioni che riguardano questo prodotto e la Francia voterà contro la proposta”, ha dichiarato il primo ministro Edouard Philippe.

“Saranno vietati anche altri prodotti simili che rappresentano una minaccia per la salute pubblica”, ha precisato il portavoce del governo Christophe Castaner. L’Eliseo stanzierà inoltre cinque miliardi di euro per sostenere lo sviluppo di un prodotto alternativo.

L’esecutivo dell’UE ha proposto l’estensione dell’utilizzo del glifosato per dieci anni dopo che l’Agenzia europea per i prodotti chimici (ECHA) ha dichiarato che non dovrebbe essere classificato come una sostanza cancerogena. Ma a confutare il parere tecnico “indipendente” dell’ECHA e a imbarazzare la Commissione è la scoperta che parti del rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che ha valutato i rischi dell’uso del glifosato, sono stati copiati dalla richiesta di rinnovo dell’autorizzazione di Monsanto, la società che ha inizialmente sviluppato il glifosato, il principio attivo usato per produrre erbicidi come il Roundup. Durante l’intero processo di revisione dell’autorizzazione, gli enti responsabili della valutazione dell’EFSA, come l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR), hanno affermato che la loro opinione è basata esclusivamente sulla propria valutazione obiettiva delle ricerche scientifiche sul glifosato. In realtà le sezioni del rapporto dell’EFSA che riesaminano gli studi pubblicati sul potenziale impatto del glifosato sulla salute umana sono stati copiati, quasi parola per parola, dal dossier presentato da Monsanto. Sono 100 pagine sulle circa 4.300 del rapporto finale, ma si tratta delle sezioni più controverse e al centro dell’aspro dibattito degli ultimi mesi, quelle sulla potenziale genotossicità, la cancerogenicità e la tossicità riproduttiva del glifosato.

In seno al Consiglio UE è necessaria una maggioranza qualificata per consentire il rinnovo decennale della licenza, per cui il veto della Francia potrebbe rivelarsi cruciale.

Nei precedenti voti, la Francia e la Germania si sono astenute, portando la Commissione europea nel giugno 2016 a prorogare la licenza per 18 mesi per dare all’ECHA il tempo di studiare ulteriormente la sostanza chimica.

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