di Maria Pia Terrosi
L’esposizione ai pesticidi non riguarda solo gli agricoltori o chi vive in prossimità di campi coltivati, ma anche chi sta in città. Una ricerca di alcuni anni fa richiamata dall’Ispra ha evidenziato che nelle aree verdi urbane possono essere presenti concentrazioni di pesticidi in certi casi superiori rispetto a quelle rilevate nelle zone rurali.
I pesticidi ed erbicidi in città, infatti, sono ampiamente utilizzati. Lo sono per esempio nelle aree verdi urbane come parchi pubblici e giardini, nel cosiddetto verde ornamentale come le aiuole, nelle aree di rispetto di infrastrutture e impianti, lungo i marciapiedi. Sono usati per eliminare le erbacce, per sconfiggere gli insetti – pensiamo alle zanzare – o i parassiti delle piante. Ma l’uso non agricolo dei pesticidi su terreni e su superfici pavimentate come possono essere quelle nei parchi cittadini, desta parecchie preoccupazioni. Prima di tutto perché in questi contesti, nelle aree pavimentate, le sostanze sono facilmente trasportate via dall’acqua; sia per il fatto che negli ambienti urbani la presenza di altri inquinanti va a moltiplicare gli effetti di tali sostanze chimiche.
Sono già molte in Europa le città che hanno bandito l’impiego di pesticidi : tra queste Copenhagen, Strasburgo, Costanza, Edimburgo. Anche in Italia le cose stanno cambiando. In Veneto è già dal 2015 che il comune di Occhiobello ha deciso di eliminare l’impiego di pesticidi nelle aree verdi urbane, approvando un regolamento sull’utilizzo di pratiche alternative rispetto ai composti chimici. Un’esperienza che è valsa a Occhiobello l’inserimento nelle Pesticides Free Towns da parte di Pan Europe, una rete di seicento organizzazioni non governative e istituzioni che lavora a livello internazionale per bandire l’utilizzo di pesticidi.
“Tutto è partito nel 2015 – racconta Filippo Moretto, Responsabile Ufficio Ambiente del comune di Occhiobello – quando abbiamo deciso di eliminare i pesticidi (erbicidi, insetticidi) dalle aree verdi urbane comunali con l’intenzione di ridurre l’impatto sull’ambiente e sulla salute per i nostri cittadini. Nel giro di due anni abbiamo evitato di spargere migliaia di litri di soluzione diserbante, sperimentando varie tecniche alternative da utilizzare a seconda della specie di erba da contrastare. Su alcune piante basta un intervento manuale o meccanico, per altre utilizziamo il pirodiserbo e il diserbo a vapore. Abbiamo anche verificato che occorre considerare il grado di sviluppo della pianta al momento dell’intervento. Anche per quanto riguarda la lotta alle zanzare, ai topi e altri insetti, abbiamo cambiato il nostro approccio nelle operazioni di disinfestazione e derattizzazione, evitando l’inutile utilizzo di insetticidi e biocidi che si accumulano nell’ambiente e creano danni a più livelli della catena alimentare. Per i topi, per esempio, abbiamo collocato nelle caditoie fognarie in ambito urbano 100 esche non velenose per individuare la loro eventuale presenza. In questo modo possiamo intervenire in modo mirato: infatti solo nel caso di esche consumate, la derattizzazione verrà fatta utilizzando esche tossiche. Salvaguardando così molte specie di animali.”
“Occorre però – prosegue Davide Diegoli, vice sindaco e assessore all’ambiente di Occhiobello – un cambio di mentalità, una maggiore consapevolezza sia da parte degli agricoltori che dei cittadini. Spesso infatti i cittadini si fermano solo a considerare il risultato, se lungo il marciapiede che percorrono ci sono erbacce o no. E’ giusto, ma bisogna anche che i cittadini si domandino con cosa vengono eliminate queste erbacce, se vale la pena farlo con sostanze che possono essere dannose o sperimentando tecniche nuove a volte un po’ meno efficaci ma che garantiscono la salute e l’ambiente”.
Ma Occhiobello non vuole fermarsi qui. “Ora – prosegue Moretto – stiamo cercando di sensibilizzare gli agricoltori sull’impiego dei pesticidi nei campi coltivati, anche perché sono proprio loro i più esposti ai rischi per la salute legati all’impiego di queste sostanze. Ci sono alternative già praticabili, non si tratta di sogni ad occhi aperti. Il fatto è che spesso gli agricoltori non sono consigliati da tecnici, ma da chi vende i prodotti industriali: è anche un problema di corretta informazione. Però, per essere efficace la decisione di vietare i pesticidi nelle aree agricole dovrebbe coinvolgere anche i comuni vicini, altrimenti si avrebbe un problema di concorrenza dell’agricoltore di Occhiobello rispetto a quello del comune vicino che riesce a produrre a costi completamente diversi potendo continuare a usare pesticidi. E comunque non risolveremo il problema nel nostro territorio che sarebbe circondato da comuni limitrofi che continuano a impiegare queste sostanze”.