I francesi si mobilitano contro i pesticidi e si danno appuntamento il 5 ottobre prossimo per manifestare, in tutto il territorio d’oltralpe, conto la chimica di sintesi. Indetta dalla campagna “Nous voulons des coquelicots”, la manifestazione conta a oggi 128 municipi in cui le persone si potranno incontrare e fare festa, come si legge nel sito. Non una marcia quindi, come quella contro i pesticidi che si è fatta in Italia il 13 maggio, ma un rendez-vous in diverse città e province del Paese.
Nata tre settimane fa “Noi vogliamo i papaveri” ha raccolto più di 230 mila firme – oltre alle prime 100 di personaggi molto noti del panorama francese – e si pone l’obiettivo di arrivare a quota 5 milioni in due anni. I motivi sono spiegati nell’accorato appello dei primi firmatari. È una richiesta affinché si restituisca al paesaggio cittadino e agrario tutto ciò che gli apparteneva e che piano piano, proprio a causa dei pesticidi, sta scomparendo inesorabilmente a partire dai papaveri, fiore selvatico che cresce spontaneamente nei campi non inquinati da sostanze chimiche.
Nella Francia del sud, invece, precisamente nell’Ariège, 60 cittadini hanno depositato una denuncia per “attentato alla sicurezza altrui e all’ambiente” contro Monsanto. Il motivo? Semplice. Dopo aver fatto le analisi delle urine è risultato che le concentrazioni di glifosato nel loro organismo superava di ben 14 volte la dose massima autorizzata nell’acqua potabile. Un livello di concentrazione pericolosissimo.
Ma Monsanto non è stata la sola ad essere imputata, anche l’Unione europea e le amministrazioni locali sono state oggetto di condanna pubblica. Del resto, solo un anno fa, la stessa Unione europea ha concesso la proroga all’autorizzazione quinquennale ai prodotti a base di glifosato mentre in tutto il continente molti cittadini si mobilitavano per scongiurare proprio questo esito, con il milione di firme raccolte da l’iniziativa dei cittadini europei (ICE). E i tentativi del presidente Macron nel vietare, entro tre anni, l’uso del glifosato – promessa fatta in campagna elettorale – sono stati rallentati da una serie di ostacoli lasciando la questione in sospeso, per il momento.
Dopo questa prima tornata di analisi, altri 250 cittadini dell’Ariège sono pronti a sporgere denuncia, fa sapere l’associazione francese “Campagna Glifosato”.