Italia in testa nell’agricoltura biodinamica con 4.500 aziende

L’agricoltura biodinamica non punta solo ad avere terreni più sani e fertili e un’agricoltura da cui ottenere prodotti più buoni. Rappresenta, infatti, una chiave per far ripartire l’economia creando occupazione, valorizzare e salvaguardare il territorio rendendolo più vitale e stabile e in grado di contrastare i fenomeni di erosione.

Ambiente, salute ed economia sono, infatti, le parole chiave del XXXV Convegno internazionale di agricoltura biodinamica “Innovazione e Ricerca. Alleanze per l’agroecologia che si apre oggi al Politecnico di Milano per durare al 17 novembre prossimi. Promosso da Associazione Biodinamica, in collaborazione con Politecnico di Milano, Fondo Ambiente Italiano e Demeter Italia, il convegno rappresenta un’occasione di confronto fra esperti, decisori politici, agricoltori biodinamici e cultori del paesaggio. L’obiettivo è quello di individuare soluzioni pratiche per la valorizzazione del territorio e il miglioramento delle produzioni agricole. Un evento al quale intervergono anche docenti di università italiane, ricercatori di centri di ricerca italiani e stranieri.

L’Italia è il primo paese esportatore al mondo di prodotti biodinamici; secondo per ettari certificati; terzo in Europa – dopo Germania e Francia – in termini di produzione. In questi anni il biodinamico sta vivendo una fase di grande sviluppo, sia nel settore ortifrutticolo, che vitivinicolo e cerealicolo. Rispetto a 10 anni fa in Italia oggi sono raddoppiate le aziende che coltivano usando metodi biodinamici: 4.500, anche se solo 420 (per un’estensione di 12,8 mila ettari coltivati e circa 200 milioni di fatturato) sono state certificate tali da Demeter (organismo di certificazione del biodinamico). Questo perché i disciplinari dell’agricoltura biodinamica costituiscono un’applicazione restrittiva dei regolamenti europei del biologico e solo le aziende “eccellenti” riescono ad ottenerla.

L’agricoltura biodinamica

Il biodinamico punta a un’agricoltura totalmente naturale, dove la fertilità del terreno è ottenuta senza l’utilizzo di agenti chimici, ma con tecniche di coltivazione che sfruttano la rotazione colturale e i concimi vegetali. Basti pensare che nel biodinamico è ammesso l’uso di sole 10 sostanze (tra concimi, ammendanti, antiparassitari e prodotti fitosanitari) rispetto alle 69 autorizzate nel biologico.

“Per chi pratica il biodinamico c’è innanzitutto un vantaggio di qualità perché i suoli migliorano in termini di stabilità, ad esempio. ” Lo spiega Carlo Triarico, presidente Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. “Per quanto riguarda l’aspetto economico poi la resa per ettaro è notevole; si parla di 14 mila euro per l’orticolo e di 5 mila per il cerealicolo. In un momento in cui tante aziende chiudono, noi assistiamo a un trend inverso. E dietro ogni agricoltore c’è una qualità ambientale perché il territorio viene tutelato e valorizzato, ma anche sociale. Il biodinamico è un tipo di agricoltura che ha bisogno di forza lavoro e che genera occupazione”.

Aspetti sui quali sta crescendo la consapevolezza dei consumatori visto che – secondo alcune indagini -chi sceglie di comprare un prodotto biodinamico lo fa non solo per le sue qualità organolettiche, di sicurezza, salubrità, ma anche per la fidelizzazione ad un metodo che è portatore di un valore aggiunto in termini di sostenibilità ed eticità.

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