A lanciare la petizione per poi presentarla in una conferenza stampa che si è tenuta alla Camera dei deputati, un gruppo social da 75 mila iscritti. Nato attorno a un tema sottovalutato: la qualità della vita di chi abita in zone rurali, oltre che degli stessi agricoltori.
“A essere maggiormente esposti agli effetti dei pesticidi, al cosiddetto ‘effetto deriva’, non sono gli agricoltori, che per spargere i pesticidi si attrezzano con tute e mascherine, ma chi vive accanto ai campi e alle serre”, spiega Renato Bottiglia, fondatore e animatore del gruppo No pesticidi. “Chiediamo che si assicurino le distanze di sicurezza tra campi irrorati e abitazioni, e che ci sia obbligo di avviso per i trattamenti dei campi”. A queste precise richieste, Maria Grazia Mammuccini, responsabile di Cambia la Terra, aggiunge quella di assicurare distanze di sicurezza per i campi coltivati a biologico. Danneggiati appunto dalla dispersione aerea delle particelle di fitofarmaci di chimica di sintesi.
In Italia si consumano 5,7 chili per ettaro di sostanze attive mentre negli altri Paesi dell’Unione europea se ne usano mediamente 3,8 chili. Non a caso siamo il terzo Paese europeo per consumo di sostanze chimiche nei campi. E in 10 anni la spesa per l’acquisto di pesticidi è aumentata del 50% mentre quella per i concimi del 35%. Nel mondo, poi, ci sono oltre 26 milioni di casi di avvelenamento da pesticidi all’anno e 258mila decessi.
“I pesticidi sono tra i più importanti fattori di rischio per la salute per quanto riguarda le malattie non trasmissibili”, aggiunge Patrizia Gentilini, oncologa dell’ISDE- Associazione Medici per l’Ambiente. “La lista delle pubblicazioni mediche affermate e ufficiali è infinita. Nonostante esista una parte del mondo della ricerca che ancora cerca di far affermare visioni opposte. Sono migliaia le sostanze disperse nell’ambiente che attentano alla nostra salute: l’atrazina, vietata da decenni, si trova ancora in grande quantità nelle acque sotterranee. Molte delle sostanze pericolose bandite per tutelare la salute umana e ambientale vengono solo teoricamente vietate: negli ultimi 30 anni sono 176 le deroghe autorizzate”.
Le 25mila firme giungono, anche, in risposta a questi dati allarmanti.”Gli effetti sanitari associati all’esposizione ai pesticidi sono ormai incontrovertibili – spiega Renato Bottiglia, amministratore del gruppo Facebook No pesticidi. “Tumori, sviluppo di diverse patologie neurodegenerative, neonatali, ormonali nonché problematiche a carico del sistema immunitario sono solo alcune delle conseguenze del contatto con i fitofarmaci. Tutti effetti a oggi sottostimati in quanto l’attuale valutazione del rischio considera l’esposizione puntuale al singolo pesticida, non l’esposizione continuata e gli effetti sommati dei differenti pesticidi a cui sono sottoposti non solo gli operatori professionali ma tutte le persone che vivono in zone agricole”.