di Goffredo Galeazzi
La procedura di approvazione dei pesticidi in Europa deve essere resa più trasparente e responsabile. In dettaglio, il pubblico dovrebbe avere accesso agli studi utilizzati durante il percorso di autorizzazione. Si dovrebbe stimolare l’innovazione e proporre prodotti sostenibili per l’agricoltura. Gli studi sulla cancerogenicità del glifosato dovrebbero essere esaminati da esperti scientifici. Il processo di valutazione dei prodotti fitosanitari dovrebbe essere modificato per includere la tossicità a lungo termine.
Sono i principali punti della relazione presentata dalla Commissione speciale del Parlamento europeo sui pesticidi. La Commissione pesticidi è stata istituita nel febbraio 2018, grazie a più di un milione di firme raccolte per chiedere il bando del glifosato. Le raccomandazioni sono state votate a grande maggioranza giovedì 6 con 23 voti a favore e 5 astensioni. Il Parlamento è chiamato a votare sulla relazione durante la sessione plenaria del 14-17 gennaio a Strasburgo.
In particolare i deputati europei hanno concordato che il pubblico dovrebbe avere accesso agli studi utilizzati nella procedura di autorizzazione di un pesticida. E hanno espresso preoccupazione sul diritto delle aziende agrochimiche di scegliere un particolare Stato membro per riferire all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) in merito all’approvazione di una sostanza attiva. Per evitare scarsa trasparenza e un potenziale conflitto d’interessi, la commissione suggerisce di assegnare il rinnovo dell’autorizzazione a un altro Stato membro.
Inoltre, durante la procedura di autorizzazione di un nuovo prodotto o di rinnovo di una licenza, le aziende dovrebbero inserire in un registro pubblico tutti gli studi normativi condotti. E, prima che si prenda una decisione, consentire un “periodo di commenti”, durante il quale le parti interessate potranno fornire ulteriori dati per garantire che tutte le informazioni pertinenti siano prese in considerazione.
Rafforzata anche la valutazione dell’incidenza dei pesticidi su salute e ambiente dopo un certo periodo di tempo di utilizzo. Gli eurodeputati chiedono inoltre di avviare uno studio epidemiologico sull’impatto reale dei pesticidi sulla salute umana. Di rivedere gli studi esistenti sulla cancerogenicità del glifosato. E di stabilire i livelli massimi di residui per i suoli e le acque superficiali.
Infine, per garantire che emerga la responsabilità politica post autorizzazione, Commissione e Stati membri dovrebbero pubblicare verbali dettagliati e rendere pubblici i loro voti.
Soddisfatto il presidente della commissione speciale, il francese Eric Andrieu (S&D). “Vogliamo assicurarci che la procedura di autorizzazione per i prodotti fitosanitari resti scientifica e si basi su processi indipendenti, trasparenti ed efficienti”, ha dichiarato il co-relatore Norbert Lins (PPE, DE) . Mentre l’altro co-relatore , il belga Bart Staes (Verdi/Ale) ha precisato che la Commissione ha chiesto “la massima trasparenza per quanto riguarda gli studi utilizzati per la valutazione, per renderli più indipendenti e basati su prove scientifiche e per evitare conflitti di interesse” rafforzando “le misure di gestione dei rischi”.
Per Simona Bonafè (Pd/S&D) eurodeputata nominata nella Commissione sui pesticidi, le conclusioni “rappresentano un traguardo importante per la salute e la sicurezza dei cittadini, in quanto pongono l’accento sulle carenze dell’attuale sistema europeo, dando risposte concrete a coloro che chiedono sempre più informazione e sicurezza. E questo a partire dalla necessità di una maggiore trasparenza del sistema di autorizzazione Ue”. I punti essenziali “su cui abbiamo fortemente combattuto – ha aggiunto l’eurodeputata – riguardano l’assegnazione di sufficienti risorse finanziarie, un’adeguata esperienza per il processo di approvazione, l’indipendenza dalle lobby, l’assenza di conflitti di interesse nei panel scientifici dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare” (EFSA).