di Maria Pia Terrosi
Aderire a un modello di sviluppo sostenibile e rispettoso dei luoghi e delle persone; valorizzare le identità locali; essere attenti al benessere delle comunità che vivono questi territori. Questi alcuni degli obiettivi condivisi dai 270 piccoli e medi Comuni,ed enti territoriali che hanno aderito all’associazione Borghi Autentici Italiani (BAI).
Ed è in coerenza con questi principi che l’Associazione Borghi Autentici Italiani ha deciso di entrare a far parte del Pan Europe – Pesticides Free Town, la rete delle Città Libere dai Pesticidi che punta a eliminare l’uso dei pesticidi nelle aree verdi delle città, sostituendoli con alternative sostenibili.
E’ stato lo stesso presidente di BAI, Ivan Stomeo, a raccontare in quest’intervista le motivazioni alla base di tale scelta nel suo intervento a Bruxelles alla tavola rotonda organizzata da Pan Europe Pesticides Free Town presso il Parlamento europeo. Stomeo ha sottolineato come le politiche a sostegno dell’ambiente – e il bando ai pesticidi ne fa parte – abbiano una ricaduta positiva non solo sulla salute dei cittadini e sull’ambiente ma anche sull’economia e sull’appeal turistico dei luoghi.
E’ un’iniziativa coerente con la filosofia di Borghi Autentici che va nella direzione di una sempre maggiore attenzione al benessere e alla salute dei cittadini. I nostri Comuni, aderendo a BAI, di fatto si sono impegnati a sviluppare percorsi e azioni concrete per contribuire allo sviluppo socio-economico dei territori e per migliorare la qualità della vita delle comunità locali. Anche dal punto di vista ambientale e della salute pubblica. E l’accordo con la Rete Europea delle Città Libere dai Pesticidi rientra nel quadro delle azioni promosse da BAI in piena coerenza con il Manifesto.
L’obiettivo è generare assieme ai cittadini una cultura del territorio (urbano e extraurbano) che contribuisca a migliorare la vita delle comunità locali dal punto di vista ambientale e della salute pubblica. E al tempo stesso favorire modelli di sviluppo sostenibili che riescano a incorporare la cura del paesaggio stesso nella dimensione dell’ospitalità. Un piccolo Comune, un borgo, è attrattivo ai fini turistici se lo è prima di tutto verso i propri residenti. Cioè se ai cittadini stabili e a quelli temporanei, i turisti, vengono garantite condizioni di qualità della vita e della salute pubblica. Dunque salvaguardia del suolo come eco-sistema, tutela della biodiversità, agricoltura di qualità e strettamente correlata con la produzione di cibo sano, ricorso alle risorse rinnovabili ed efficientamento energetico, pratiche di resilienza e di adattamento ai cambiamenti climatici.
Una visione complessa del territorio e del turismo…
Sì, ed è questa la vera sfida dell’Associazione: turismo significa soprattutto valorizzare e offrire qualità nelle pratiche di tutela, cura e gestione del territorio. Per competere sul mercato nazionale e internazionale (soprattutto per quest’ultimo che guarda con sempre crescente interesse ai nostri borghi) non basta dotarsi di strutture ricettive di elevato standard o organizzare un ricco programma di eventi. Ormai è irrinunciabile guardare alla sostenibilità dell’offerta, puntare su un territorio che sappia proporre eccellenza ambientale in termini di valori naturalistici e salvaguardia della biodiversità locale. Tale impegno non può che passare da una crescita della consapevolezza delle comunità locali e dell’assunzione di responsabilità da parte dei residenti dei nostri borghi. Operatori turistici inclusi. Mettere in moto nuove pratiche sostenibili – anche attraverso scelte di gestione amministrativa dello spazio verde pubblico urbano – significa avviare un cambio culturale di mentalità che porterà molte ricadute positive.
Siamo all’inizio, il protocollo di adesione predisposto da Borghi Autentici è stato sottoscritto da 20 Comuni della nostra associazione, ma molti altri si stanno attivando. I Comuni aderenti dovranno adottare un piano con obiettivi chiari e quantitativi. Indicando anche tempi e misure per eliminare progressivamente tutti i pesticidi nelle aree pubbliche controllate dal Comune. Ma dovranno anche predisporre piani per eliminare progressivamente i pesticidi dalle aree private con accesso pubblico, così come dalle aree agricole vicine ai luoghi abitati.
I Comuni con specifiche campagne di informazione aumenteranno la consapevolezza sui pericoli dei pesticidi e incoraggeranno i cittadini a diventare parte attiva del progetto. Incentivando l’uso di alternative sostenibili negli orti e nei giardini privati. Sarà fondamentale comunicare a tutte le parti interessate l’impegno della città nella lotta ai pesticidi, in modo da assicurare il loro coinvolgimento nel progetto. Inoltre il Comune che ha aderito scambierà buone pratiche ed esperienze con altre città europee attraverso la Rete Europea delle Città Libere dai Pesticidi.
Certo. A Melpignano, nel 2015, abbiamo adottato un regolamento comunale con cui concedevamo terreni a giovani, disoccupati, inoccupati e cassaintegrati per la realizzazione di orti. Ma a patto che su questi terreni non si usassero pesticidi e – a tutela della biodiversità – venisse piantata almeno una varietà di piante autoctona.