I pesticidi non fanno rima con la salute del cuore. Una nuova ricerca scientifica pone l’accento sulla pericolosità di queste sostanze sui lavoratori esposti. Lo studio arriva dagli Stati Uniti e analizza lo stato di salute di alcuni lavoratori appartenenti alle comunità di ispanici e latinos di Chicago, San Diego, Miami e Bronx (New York). La ricerca, pubblicata a metà dicembre sulla rivista Heart, ha voluto verificare l’esistenza di un rapporto diretto tra l’esposizione a pesticidi e l’aumento di malattie a carico dell’apparato cardiovascolare. Il rapporto diretto, hanno spiegato i ricercatori, c’è ed è evidente.
In estrema sintesi, per ispanici e latinos aumenta il rischio di malattie cardiache rispetto a chi non lavora con queste sostanze. Di quanto aumenta la probabilità di ammalarsi? Di ben il doppio, secondo lo studio pubblicato sulla rivista scientifica.
I partecipanti, oltre 7mila persone di età compresa tra i 18 e i 74 anni, si sono sottoposti a test per capire la misura della loro esposizione a sostanze chimiche dannose, parallelamente ne è stato analizzato lo stile di vita: dieta, attività fisica, consumo di alcol. Per completare il quadro, lo studio ha anche tenuto contro della storia medica dei partecipanti, dell’uso di farmaci, della pressione sanguigna e dello stato di salute del cuore con esami specifici. Quasi il 10% di chi si è sottoposto ai test ha riferito di essere costantemente esposto sul lavoro a sostanze come solventi, metalli e pesticidi. In particolare, per i lavoratori esposti regolarmente a pesticidi si è evidenziata una probabilità doppia di sviluppare qualche tipo di malattia cardiovascolare. La probabilità aumenta addirittura di cinque volte se si considera la possibilità di avere fibrillazione atriale.
Non è un segreto che i pesticidi siano pericolosi per la nostra salute. Negli anni, all’esposizione a pesticidi sono state associate malattie gravi a carico dell’apparato respiratorio ma anche problemi legati alla riproduzione e cancro.
A subire i danni maggiori ovviamente sono le categorie a più stretto contatto con queste sostanze, innanzitutto i lavoratori agricoli. Tra le ipotesi più probabili su cui stanno lavorando i ricercatori, ci sono lo stress ossidativo e l’infiammazione. Fattori che, ha spiegato il dottor Michael Ghalchi del Manhattan Cardiovascular Associates, innescherebbero lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Oltre a ciò, c’è la possibilità che alcune sostanze chimiche possano essere direttamente tossiche per il muscolo cardiaco, impedendogli di contrarsi normalmente e interferendo con i normali impulsi elettrici del sistema.