Non solo malattie cardiache ma anche danni, e non pochi, all’olfatto per gli agricoltori esposti a sostanze chimiche come i pesticidi. Si allunga così la lista di conseguenze negative causate dall’utilizzo della chimica nei campi. Sarebbe infatti gravemente compromesso il senso dell’olfatto in chi per lavoro maneggia e utilizza questo tipo di prodotti per l’agricoltura. A mostrare la dannosa associazione è uno studio americano. La ricerca ha preso in esame oltre 11.000 agricoltori, i risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Environmental Health Perspectives.
Gli scienziati della Michigan State University, in collaborazione con i ricercatori del National Cancer Institute, hanno deciso di prendere in esame per un periodo di tempo ritenuto medio-lungo un gruppo di coltivatori. Perché proprio gli agricoltori? Perché, secondo i ricercatori, rappresentano una categoria più affidabile ed interessante ai fini dello studio: sono esposti di più e costantemente ai pesticidi e hanno contezza del tipo e del tempo d’utilizzo delle sostanze chimiche.
Gli scienziati americani hanno esaminato 11.200 agricoltori per un periodo di 20 anni. All’inizio dello studio, circa il 16% dei partecipanti riferiva almeno un caso di esposizione massiccia a pesticidi. In particolare, le sostanze erano venute direttamente a contatto del corpo. Due decenni dopo, i ricercatori hanno registrato il 50% di probabilità in più di trovare un olfatto compromesso o del tutto assente negli agricoltori esposti a pesticidi durante la loro vita lavorativa.
La compromissione dell’olfatto colpisce fino al 25% della popolazione anziana. La comprensione dei meccanismi alla base dei danni all’odorato è ancora non del tutto chiara. Spesso però questo problema accompagna malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson. A loro volta associate – secondo numerosi studi – all’uso di pesticidi.