Bioplastiche per l’agricoltura biologica. Federbio e Assobioplastiche hanno firmato un’intesa per promuovere la sperimentazione e l’uso di pacciamature biodegradabili nelle coltivazioni biologiche e trovare così una soluzione allo smaltimento di film plastici tradizionali. L’utilizzo dei teli pacciamanti con biodegradabilità e rinnovabilità certificate costituisce una delle principali innovazioni tecniche utili per la conversione di ampie superfici e colture all’agricoltura biologica. In particolare, i teli dovranno essere biodegradabili secondo lo standard europeo EN 17033, non contenere organismi geneticamente modificati nei formulati utilizzati per la produzione della pacciamatura ed essere costituiti da materie prime rinnovabili in misura pari o superiore al 50% (oltre il 60% dal 2021). Con l’accordo siglato, FederBio contribuirà attivamente alla comprensione e diffusione delle caratteristiche tecniche e d’impiego delle pacciamature biodegradabili, mentre Assobioplastiche supporterà le richieste di informazioni e di attività di sperimentazione che potranno rendersi necessarie.
“La sfida della transizione al biologico dell’agricoltura di pianura e su grandi superfici richiede approcci innovativi e strumenti efficaci, pienamente coerenti con i principi dell’agricoltura biologica sanciti dalla normativa europea e con l’approccio della bioeconomia e dell’economia circolare, politiche strategiche per l’Unione europea”, dice Paolo Carnemolla, presidente FederBio. Con il protocollo d’intesa fra Assobioplastiche e FederBio, continua Carnemolla, “si avvia un percorso di sperimentazione che dovrà portare a uno standard per l’impiego dei bioteli in agricoltura biologica che raggiunga progressivamente la totale rinnovabilità dei materiali, dando con questo un segnale a tutta l’agricoltura italiana ed europea per eliminare definitivamente la plastica non biodegradabile dall’agricoltura”.
Per Marco Versari, presidente di Assobioplastiche,”il biologico rappresenta uno dei molti fiori all’occhiello dell’agricoltura italiana, un modello di produzione a basso impatto e anche uno stile di vita scelto da un numero sempre più alto di persone. Raccogliere le richieste provenienti da questo comparto, rispettandone i principi fondamentali, è una sfida che il comparto delle bioplastiche ha inteso
cogliere mettendo a disposizione degli imprenditori del biologico teli per la pacciamatura biodegradabili, rinnovabili e privi di Ogm”.
“I nostri bioteli – aggiunge – rappresentano un’enorme opportunità per gli agricoltori perché oltre a essere utilizzabili in diverse condizioni ambientali e su colture con cicli diversi, non devono essere recuperati e smaltiti al termine del ciclo colturale ma possono essere lasciati nel terreno dove vengono biodegradati a opera di microrganismi, offrendo un enorme risparmio in termini di tempo e risorse. Anche in questo caso, dunque, esattamente come con l’uso dei materiali biodegradabili nella raccolta differenziata dell’organico, l’Italia dimostra di essere all’avanguardia, agendo da apripista nell’uso innovativo dei materiali biodegradabili e compostabili: un modello per l’Europa intera”.