Chi è esposto in maniera elevata a erbicidi a base di glifosato ha un rischio superiore del 41% di sviluppare il Linfoma non Hodgkin. A questa conclusione sono arrivati cinque studiosi statunitensi – tre dei quali membri del Panel di consulenza scientifica sul glifosato dell’Epa – che hanno condotto una meta-analisi sugli studi svolti in materia dalla quale è emersa una correlazione, “un legame convincente”, tra l’esposizione a erbicidi a base di glifosato e l’aumento del rischio di sviluppare il linfoma non-Hodgkin.
L’esistenza di una possibile correlazione tra l’uso di pesticidi e il rischio di sviluppare linfomi –anche se l’indagine deve comunque proseguire – è stata confermata da molti studi. In questa direzione si colloca una recente ricerca pubblicata sulla rivista “International Journal of epidemiology” che ha esaminato gli effetti dell’esposizione a fitofarmaci di più di 300 mila agricoltori di 3 diversi Paesi (Norvegia, Francia, Usa), monitorandoli per oltre 10 anni.
Lo studio si è concentrato su 14 gruppi di pesticidi (insetticidi, erbicidi, e fungicidi) e 33 singoli ingredienti chimici attivi compresi dicamba e glifosato, scelti tra quelli più frequentemente utilizzati dagli agricoltori in almeno 2 dei 3 paesi, o più spesso collegati nella letteratura scientifica all’insorgenza di linfomi o tumori del sangue. Obiettivo dello studio valutare se gli agricoltori – le persone più esposte ai pesticidi per lavoro – hanno un rischio maggiore di sviluppare neoplasie maligne non-Hodgkinrispetto a chi invece non li utilizza.
Dalla ricerca sono emerse relazioni tra l’esposizione al terbufos al quale è associato un rischio di sviluppare il Linfoma non Hodgkinsuperiore del 18%; tra deltametrina e alcune forme di linfoma e leucemia (+48%); glifosato e linfoma DLBCL (+36%).