Sono soddisfatta perché la mozione sui pesticidi approvata alla Camera rappresenta un successo straordinario: per la prima volta il Parlamento all’unanimità ha detto al governo che deve agire in materia. Ma al tempo stesso si tratta – è vero – di un primo, anzi di un primissimo passo: nel senso che la mozione è un atto che vincola il governo a fare una serie di cose, ma sostanzialmente si limita a indicare dei titoli.
Credo che ora il primo fronte su cui lavorare sia utilizzare l’approvazione della mozione come strumento per completare l’iter della legge sul biologico passata alla Camera, ma ferma al Senato. E’ una legge di cui abbiamo assolutamente bisogno per mettere in sicurezza il biologico, ma temo rischi di rimanere inchiodata al Senato. Lo dico pensando a quanto sia stato complesso trovare un punto di equilibrio per arrivare all’approvazione della mozione alla Camera. Soprattutto con la Lega infatti c’erano molte cose che ci contrapponevano: noi consideriamo il biologico come l’unica via per arrivare a una agricoltura sostenibile, sana e rispettosa dell’ambiente e non come una delle possibilità.
Abbiamo puntato a trovare una condivisione, a mettere nero su bianco le cose importanti. Per esempio a garantire il rispetto della distanza di sicurezza nell’utilizzo dei fitofarmaci in prossimità di case e scuole. E anche il principio in base al quale le fasce di rispetto per evitare contaminazioni nelle coltivazioni biologiche devono essere calcolate nel terreno dell’agricoltore che utilizza fitofarmaci.
Questa è la parte di cui sono più soddisfatta: è la prima volta che in un atto ufficiale della Repubblica viene fatto esplicitamente riferimento a questo problema rispetto al quale manca ancora un riferimento normativo. Bisogna lavorare subito per riempire questo vuoto, mettendo insieme le competenze della Commissione Ambiente, quelle della Commissione Sanità e quelle della Commissione Agricoltura. Temo però che non sarà facile visto che per riuscirci bisogna lavorare in maniera trasversale, con un approccio integrato su più fronti. Cosa che riesce difficile nell’attuale governo che registra su questi temi vistose spaccature al suo interno. Comunque non dispero: sto pensando che – oltre a iniziare a verificare la disponibilità delle varie Commissioni interessate – la cosa migliore sia presentare una risoluzione in Commissione Sanità. Credo che partirò da lì.