“Monocolture e pesticidi: ora di cambiare”

Intervista al Consigliere AVeProBi Tiziano Quaini, referente delle marce Stop Pesticidi.

di Laura Ravelli


Monocolture, cambiare si può. AVeProBi, l’associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici, intende sensibilizzare i cittadini, gli agricoltori e le istituzioni sul legame tra agricoltura, ambiente, buona alimentazione e salute, sostenendo progetti didattici per l’approfondimento di temi riguardanti l’agricoltura e la salute.

Promotrice delle marce Stop Pesticidi e attiva in tutto il territorio regionale, è intervenuta per Cambia la Terra con un’intervista al presidente, Enrico Casarotti, e al consigliere referente delle marce, Tiziano Quaini.

Qual è la situazione in Veneto per quanto riguarda l’utilizzo di pesticidi?

Va premesso che l’Italia è il Paese, a livello europeo, che consuma più pesticidi in assoluto. Il Veneto guida questa non invidiabile classifica, con le province di Verona e Treviso in testa. È proprio da queste province che è partita l’idea di una sensibilizzazione sui rischi dell’uso intensivo di questi prodotti. Il problema sono le monocolture di tabacco, fragole e mele ma soprattutto viti.

Che ruolo ha avuto il prosecco?

Con 100 mila ettari di vite, coltivati spesso grazie a grandi investimenti da parte delle istituzioni, la regione si è proiettata verso una monocoltura dannosa: soprattutto nel Trevigiano, dove in poco tempo l’agricoltura ha virato verso questo sistema che fa un uso intensivo di pesticidi. I cittadini non erano preparati e le terre coltivate a vite sono aumentate esponenzialmente.

Quali sono i problemi per i cittadini e per le aziende biologiche?

Le aziende biologiche sono in difficoltà, così come le famiglie che abitano nelle case in prossimità di vigneti e frutteti trattati con la metodologia convenzionale. A causa della contaminazione che arriva dall’aria, perché i pesticidi vengono spruzzati in enormi quantità, ogni anno occorre sacrificare una discreta quantità di prodotto: non ha più le caratteristiche del biologico, deve essere venduto come convenzionale. AVeProBi si occupa da circa trent’anni di presiedere il territorio, sensibilizzando gli agricoltori, i cittadini e le istituzioni, e spesso siamo chiamati dagli abitanti che ci chiedono aiuto, magari perché hanno deciso di andare a vivere in campagna per respirare un’aria migliore e si ritrovano improvvisamente vicino a campi coltivati con pesticidi.

Cosa vuol dire partecipare a una marcia Stop Pesticidi?

Vuol dire innanzi tutto confronto, non scontro. Noi lavoriamo sui regolamenti rurali, offrendo soluzioni alle stesse istituzioni. La marcia, e l’idea che c’è dietro, è nata tre anni fa proprio a Treviso. Lo scorso anno si è fatta a Verona, Treviso e Bolzano. Quest’anno si aggiungono Trento e Pordenone. Queste marce, ed è il dato che vogliamo sottolineare, sono sostenute da associazioni importanti a livello nazionale, ma anche da decine e decine di associazioni locali che hanno deciso di sposarne la causa.

L’obiettivo di quest’anno?

L’obiettivo rimane quello iniziale: sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stessi agricoltori. Noi non vogliamo convertire le aziende agricole al biologico, anche se in caso di interesse possiamo forniamo tutte le indicazioni necessarie. Noi vogliamo dialogare, mettere assieme le varie componenti e farle discutere, impegnandoci a disinnescare potenziali conflitti.

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