“Favorire le pratiche di coltivazione realizzate secondo lo spirito con cui il monachesimo ha reso possibile la fertilità della terra senza modificarne l’equilibrio” ed “utilizzare nuove tecnologie orientate a valorizzare, per quanto possibile, il biologico”. Sono due indicazioni contenute nel messaggio della Conferenza Episcopale Italiana per la Giornata del creato, in cui si esorta a “conoscere e favorire le istituzioni universitarie e gli enti di ricerca, che studiano la biodiversità e operano per la conservazione di specie vegetali e animali in via di estinzione”.
Bisogna “opporsi a tante pratiche che degradano e distruggono la biodiversità”, prosegue l’appello. “Si pensi al land grabbing, alla deforestazione, al proliferare delle monocolture, al crescente consumo di suolo o all’inquinamento che lo avvelena; si pensi altresì a dinamiche finanziarie ed economiche che cercano di monopolizzare la ricerca (scoraggiando quella libera) o addirittura si propongono di privatizzare alcune tecnoscienze collegate alla salvaguardia della biodiversità”.
Per la Chiesa italiana, “andranno pure contrastati, con politiche efficaci e stili di vita sostenibili, quei fenomeni che minacciano la biodiversità su scala globale, a partire dal mutamento climatico“, potenziando “tutte quelle buone pratiche che la promuovono: anche per l’Italia la valorizzazione della biodiversità contribuisce in molte aree al benessere e alla creazione di opportunità di lavoro, specie nel campo dell’agricoltura, così come nel comparto turistico. Ed ha pure un grande valore il patrimonio forestale, di cui l’uragano Vaia ha mostrato la fragilità di fronte al mutamento climatico”