Ancora un sequestro di pesticidi taroccati. Questa volta si tratta di 380.000 confezioni di prodotti fitosanitari contraffatti – pesticidi, antiparassitari e fungicidi – contenenti informazioni false sulla loro origine e caratteristiche e in realtà provenienti da Cina e Thailandia. Sono state scoperte dalla Guardia di Finanza di Torre Annunziata, stoccate all’interno di sette capannoni costruiti abusivamente e privi dei necessari requisiti di sicurezza, in un’area adiacente a due discariche anch’esse abusive.
Recuperate anche circa 200.000 etichette falsificate che con ogni probabilità sarebbero state applicate sulle confezioni dei pesticidi contraffatti in modo da farli passare come prodotti originali e legali di diverse case produttrici italiane ed estere.
Il sequestro conferma un dato preoccupante, ovvero che il 25% di tutti i pesticidi venduti a livello globale è contraffatto o illegale per altri motivi. Un elemento che aumenta ulteriormente le preoccupazioni per la salute di agricoltori e consumatori e i rischi per l’ambiente. Negli ultimi anni infatti in Europa circa il 60% dei pesticidi di vecchia produzione è stato vietato a causa dell’alto indice di tossicità. Mentre i nuovi prodotti fitosanitari (autorizzati) sono mediamente più costosi. Si è venuto quindi a creare una sorta di mercato parallelo di prodotti fitosanitari contraffatti a basso costo – gestito dalla criminalità organizzata – che opera aggirando le normative e mettendo a repentaglio la salute di agricoltori e consumatori. Un mercato fiorente che si colloca tra i dieci business più redditizi per la criminalità organizzata.
Come Cambia la Terra aveva già denunciato, l’Italia è in cima alla lista della contraffazione: se in totale le perdite dei fabbricanti autorizzati ammontano in Europa al 13,8% dei loro bilanci, nel nostro Paese questa percentuale sale al 18,1. In altre parole,per peso della contraffazione,siamo secondi solo alla Grecia.