Da quando sono stati introdotti i pesticidi neonicotinoidi, circa 25 anni fa, si è assistito nell’agricoltura statunitense a un’esplosione del rischio per le api e gli altri insetti fondamentali per la protezione della biodiversità. Un nuovo studio peer-reviewed presentato dall’organizzazione ambientalista Usa Friends of the Earth mostra che l’agricoltura degli Stati Uniti è diventata 48 volte più tossica per la vita degli insetti e che i neonicotinoidi rappresentano il 92 per cento dell’aumento della tossicità.
Pubblicato dalla rivista Plos One, “Una valutazione del carico di tossicità acuta dei pesticidi chimici usati su terreni agricoli negli Stati uniti” è il primo studio che quantifica come i terreni agricoli siano diventati pericolosi per la vita degli insetti, fornendo un metodo per confrontare i cambiamenti nella tossicità dell’agricoltura statunitense di anno in anno.
Il nuovo studio ha scoperto che la persistenza dei neonicotinoidi crea un carico tossico cumulativo nell’ambiente che è molto più elevato di quello sperimentato dagli insetti 25 o più anni fa. Questo perché i neonicotinoidi sono considerevolmente più tossici per gli insetti e molto più persistenti nell’ambiente rispetto ad altri insetticidi comunemente usati. Mentre altri si scompongono in poche ore o giorni, i neonicotinoidi possono essere efficaci nell’uccidere gli insetti per mesi o anni dopo l’applicazione.
Un numero crescente di prove indica i neonicotinoidi come un fattore chiave nel declino degli insetti, assieme al cambiamento climatico e alla distruzione degli habitat. Per questo alcuni scienziati hanno lanciato un allarme sulle conseguenze che potrebbero produrre questi pesticidi considerando che alcuni degli insetti minacciati hanno un ruolo critico nella produzione agricola.
Un aumento del carico tossico
Il nuovo studio mostra un drammatico aumento del carico tossico dell’agricoltura statunitense a partire dalla metà degli anni 2000. Da quando, cioè, i neonicotinoidi hanno iniziato a essere usati per le colture come mais e soia. Secondo la ricerca – che include una valutazione dell’Epa, l’Agenzia per la protezione ambientale Usa – l’utilizzo dei neonicotinoidi per salvaguardare le sementi fornisce benefici economici minimi o nulli per gli agricoltori e comporta un costo elevato per l’ambiente.
Lo studio ha evidenziato che i tre neonicotinoidi che hanno contribuito maggiormente all’aumento del carico tossico sono imidacloprid e clothianidin, fabbricati da Bayer, e thiamethoxam, un prodotto di Syngenta-Chemhina.
Gli autori affermano che le normative esistenti per la registrazione dei pesticidi negli Stati Uniti non sono adeguate per impedire l’introduzione di sostanze chimiche che possono causare danni catastrofici all’ambiente. Lo studio presenta un nuovo metodo che potrebbe essere utilizzato dall’Agenzia per la protezione ambientale per valutare i potenziali rischi futuri per la biodiversità prima di autorizzare nuovi pesticidi.
Soluzioni rispettose della biodiversità
Allo stesso modo, risultati allarmanti sono stati evidenziati in una recente pubblicazione della Fao. Il rapporto mostra che la fauna selvatica sta scomparendo e sottolinea il fatto che pratiche agricole rispettose della biodiversità come il biologico stanno contribuendo a contrastare questo scenario. Possiamo infatti contribuire alla protezione della biodiversità anche impiegando metodi produttivi basati su agroecologia, agricoltura biologica, agricoltura integrata e agricoltura di conservazione in maniera da sostituire l’abuso di fertilizzanti chimici e pesticidi e ripristinare gli ecosistemi.