Il Comune di Trento intende passare al biologico. Il Consiglio comunale ha approvato due delibere della giunta (a firma dell’assessore all’Agricoltura Roberto Stanchina): da un lato è stato modificato il regolamento sulle distanze – le distanze dalle case a cui si possono irrorare i pesticidi – dall’altra è stato approvato un atto di indirizzo che impegna l’amministrazione a fare della città un avamposto del biologico.
Nel primo caso, l’intenzione “è di arrivare a un’uniformità nelle norme” rispetto al regolamento della Provincia, spiega il consigliere comunale Michele Brugnara (Pd) al quotidiano Il Trentino. Tramite l’abolizione di un paio di articoli del regolamento della polizia comunale, infatti, il Comune intende abolire la distanza standard di 30 metri oggi in vigore e adottare un regolamento più flessibile che tenga conto delle misure di sicurezza adottate.
La seconda delibera è una dichiarazione di intenti cui la giunta intende vincolarsi. Il Comune promette di puntare sull’agricoltura biologica sul suo territorio, promuovere la filiera corta e i prodotti a basso impatto ambientale e, in generale, sostiene Brugnara, “favorire la convivenza tra le funzioni agricola e residenziale”.
In concreto si parla di corsi di formazione per agricoltori per istruirli alle colture bio e di sostegno ai prodotti locali. Ma anche di abolire il glifosato nella manutenzione dei parchi pubblici; di premiare donne e giovani nei bandi per l’affidamento di terreni agricoli comunali; di installare “una segnaletica” per far conoscere le realtà biologiche trentine e di istituire un tavolo per far dialogare ambientalisti, residenti e agricoltori.
Solo nel territorio del Comune di Trento, i campi a coltura biologica sono passati in totale dai 403,6 ettari del 2014 a 888 ettari. E nello stesso periodo le aziende biologiche certificate (tra produttori, preparatori e importatori con sede a Trento) da 94 a 179.