Col passare degli anni il declino cognitivo sembra quasi inevitabile, tuttavia recentemente assistiamo all’aumento di incidenza delle patologie neurodegenerative, come Parkinson e Alzheimer, che si manifestano già intorno ai 60 anni. Una recente meta-analisi ha confermato quanto precedentemente già dimostrato: l’esposizione ambientale a pesticidi (residenziale/occupazionale) aumenta significativamente il rischio di neurodegenerative, più di ogni altra esposizione (Occupational Exposures and Neurodegenerative Diseases—A Systematic Literature Review and Meta-AnalysesInt. J. Environ. Res. Public Health 2019, 16, 337
Molti contaminanti come pesticidi (clorpirifos, e altri organofosfati) o metalli pesanti (arsenico, metilmercurio, piombo, cadmio) che finiscono nella catena alimentare sono tossici per il cervello, e per il microbiota intestinale che è direttamente coinvolto nella patogenesi delle patologie neurodegenerative.
Data la tossicità dei pesticidi per il cervello, primo consiglio è di consumare alimenti biologici per prevenire l’esposizione a queste sostanze, adottando un modello alimentare sano, basato su alimenti biologici che includa molte verdure, legumi e cereali integrali, frutta, semi oleosi, proteine da fonti vegetali (legumi) grassi e sani, come l’olio d’oliva che contiene l’idrossi-tirosolo, un polifenolo che ha un elevato potere anti-infiammatorio e sembra essere molto efficiente a livello delle cellule nervose.
Detto questo, ci sono alcuni alimenti sono particolarmente ricchi di componenti salutari come acidi grassi omega-3, vitamine del gruppo B e antiossidanti, che sono noti per supportare la salute del cervello, favorendo una migliore funzione mentale.
Le verdure a foglia verde come cavoli, spinaci e broccoli sono ricchi di nutrienti sani come la vitamina K, la luteina, il folato e il beta carotene. Diversi studi suggeriscono che questi alimenti a base vegetale, possono aiutare a rallentare il declino cognitivo.
I pesci grassi, ricchi di acidi grassi polinsaturi omega-3, grassi sani, il cui consumo è stato associato a basse concentrazioni di beta-amiloide – la proteina che aggregandosi in placche determina i danni al cervello, tipici dell’Alzheimer. E’ raccomandabile quindi mangiare pesce almeno due volte a settimana, ma scegliendo le varietà a basso contenuto di mercurio, come alici, sgombri, piccoli merluzzi. Mentre per chi è vegetariano, la maggiore fonte vegetale di omega-3, è la portulaca, un’erba spontanea, ma anche i semi di lino, avocado e noci, sono buone fonti di acido a linoleico.
Frutti di bosco, ricchi di flavonoidi, i pigmenti vegetali naturali che danno alle bacche la loro tonalità brillanti, aiutano anche a migliorare la memoria. In uno studio del 2012 pubblicato su Annals of Neurology, i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Harvard hanno scoperto che le donne che consumavano due o più porzioni di fragole e mirtilli ogni settimana ritardavano il declino della memoria fino a due anni e mezzo.
Tè e caffè. La caffeina e la teina potrebbero offrire più di un semplice aumento della concentrazione a breve termine. In uno studio del 2014 pubblicato su The Journal of Nutrition, i partecipanti con un più alto consumo di caffeina hanno ottenuto punteggi migliori nei test sulla funzione mentale. La caffeina potrebbe anche aiutare a solidificare nuovi ricordi, secondo altri studi.
Le noci sono ottime fonti di proteine e grassi sani, e un tipo di noce in particolare potrebbe anche migliorare la memoria. Uno studio del 2015 dell’UCLA ha collegato il consumo di noci più alto al miglioramento dei punteggi dei test cognitivi. Le noci sono ad alto contenuto di un tipo di acido grasso omega-3 chiamato acido alfa-linolenico (ALA), che aiuta a ridurre la pressione sanguigna e protegge le arterie. Questo è positivo sia per il cuore che per il cervello.