Serve una seconda rivoluzione verde per salvare la nostra agricoltura e i nostri agricoltori

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Rilanciamo su Cambia la Terra il contributo di  Jean Verducci, ricercatore di chimica al Cnrs, pubblicato su La Tribune. Una riflessione a 360° sul ruolo di agricoltura e agricoltori

di Jean Verducci, Centre national de la recherche scientifique


Che pericolo pongono realmente i pesticidi? Uso volontariamente il termine pesticidi e non quello di “prodotti fitosanitari” perché descrive meglio la realtà: deriva dalla parola inglese pest che significa nocivo e dal latino cedaere che significa uccidere. Sono dunque prodotti realizzati per uccidere erbacce, insetti o funghi. Il problema è che la loro azione è molto raramente specifica: l’insetticida passato sul mais contro la piralide uccide anche altri insetti. (…) Se prendo il caso del glifosato, ad oggi la discussione verte attualmente sulla sua possibile proprietà cancerogena. Ciò permette di nascondere le altre proprietà del prodotto: oltre ad essere un erbicida sistemico totale, ne possiede altre due per le quali peraltro è stato brevettato. La prima è la sua natura di agente chelante di metalli bivalenti (rame, magnesio, cobalto, manganese, calcio …): agisce come una sorta di pinza che intrappola questi metalli e li rende solubili in acqua. Ciò porta alla loro eliminazione dal suolo tramite lisciviazione, quando in realtà questi metalli sono necessari per un corretto sviluppo della pianta. La seconda proprietà riguarda la sua natura di antibiotico ad ampio spettro. Prendiamo l’esempio di una foresta: in autunno, le foglie cadono; ci sono alberi che muoiono, tutti i rifiuti organici vengono attaccati da insetti, vermi, funghi, roditori… e ridotti a particelle di piccole dimensioni. Nel suolo, c’è quello che viene chiamato microbioma, una grande quantità di batteri che alla fine digeriranno questi residui per renderli assimilabili dalle piante. Il riciclaggio è perfetto. Invece, se il suolo contiene una grande quantità di glifosato, i batteri vengono uccisi e il terreno diventa sterile. Con la rimozione di metalli e del microbioma, il suolo non è più che un supporto inerte e, per coltivare, bisognerà apportare tutti gli input necessari, per la felicità degli agroindustriali. (…)

I prezzi bassi dei prodotti agricoli…

Per decenni, i consumatori hanno beneficiato dei bassi prezzi dei prodotti agricoli, il che ha permesso loro di ridurre la quota del proprio budget alimentare e di indirizzare le spese verso altro. Per quanto riguarda i pesticidi, penso che ormai sia fatta e che l’opinione pubblica non tornerà indietro. Le autorità saranno tenute a conformarsi e, più o meno a breve termine, ad andare verso l’abolizione o quantomeno verso un uso molto ridotto di questi prodotti. (…).

Come uscire dallo scisma tra popolazione e agricoltori? La soluzione è complessa ed è necessario intervenire su un gran numero di leve. Per quanto riguarda la popolazione, bisogna smettere di stigmatizzare gli agricoltori e capire la loro situazione. Ma dobbiamo anche cambiare il modo in cui consumiamo, aumentando la quota del budget speso per gli alimenti per acquistare prodotti più costosi ma di qualità superiore (provenienti da aziende agricole biologiche o in transizione) e consentire così una corretta retribuzione degli agricoltori.

Per gli agricoltori, il passaggio all’agricoltura biologica è certamente difficile. Significa abbandonare un sistema dai fine mese complicati, per lanciarsi nell’ignoto sapendo che comunque il periodo di transizione sarà lungo e pieno di insidie. Questa transizione è tanto più difficile più sono importanti le dimensioni dell’azienda agricola. Tuttavia, sempre più agricoltori hanno fatto il grande passo e sono generalmente felici della loro nuova situazione: possono vivere dignitosamente del proprio lavoro e hanno ritrovato l’orgoglio di un lavoro ben fatto e del rispetto della natura. Una simile transizione è possibile solo se portata a livello europeo. Prendo l’esempio del glifosato. Il suo utilizzo sarà vietato in Europa nel 2022. Il periodo di adattamento dei nostri agricoltori comporterà un calo dei rendimenti e costi di produzione più elevati. Il risultato immediato sarà un aumento delle importazioni di soia, mais o grano dagli Stati Uniti, dal Canada o dal Brasile, dove gli Ogm sono autorizzati e pesantemente trattati con glifosato. Il risultato è contrario allo scopo: assorbiremo ancor più glifosato di prima! Inoltre, tutto questo condurrà al fallimento di molti agricoltori.

L’unico modo per evitarlo è che l’Europa prenda la decisione unanime di imporre una soprattassa su tutti i prodotti importati contenenti un’alta percentuale di glifosato e questa imposta deve essere sufficientemente elevata (ad esempio il 20%) per rendere competitiva la produzione europea. Non si tratta di un’imposta generale sulle importazioni, ma di un’imposta per la protezione della salute degli europei. Se questi paesi ci inviano prodotti non inquinati con glifosato, non saranno sovrattassati (dopo averne verificato la composizione). L’altra leva importante a disposizione dell’Europa è la politica agricola comune (Pac). Dovrebbe essere completamente rifondata in modo tale da avere due soli obiettivi. Il primo è quello di fornire aiuto a qualsiasi agricoltore che intraprenda il passaggio all’agricoltura biologica. Il secondo è compiere uno sforzo molto importante per finanziare la ricerca per migliorare le tecniche dell’agrobiologia. Infine, l’Europa deve armonizzare tutte le norme europee per i pesticidi in modo che non vi sia concorrenza sleale tra europei.

L’Europa è a una svolta importante: o prende le giuste decisioni in materia di salute degli europei e dell’ambiente consolidandosi, o rimane timorosa spianando la strada agli euroscettici. È al prezzo di tutte queste trasformazioni che saremo in grado di raggiungere questa seconda rivoluzione verde che fornirà ai consumatori cibo sano, pagando adeguatamente gli agricoltori e rispettando la natura. In queste condizioni, i nostri agricoltori ritroveranno la speranza e l’entusiasmo insieme alla soddisfazione di un lavoro ben fatto.

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