Presente in traccia in un limone su tre e in un’arancia su quattro, il clorpirifos è un insetticida molto diffuso nella coltivazione degli agrumi e uno dei 15 più utilizzati nell’Unione europea.
Numerosi studi scientifici hanno collegato l’esposizione – anche a piccole dosi – al clorpirifos a una riduzione del quoziente intellettivo, alla perdita di memoria, al rischio di autismo, a patologie neurologiche tra cui il morbo di Parkinson e a disturbi endocrini. In particolare gli effetti risultano più accentuati nei bambini il cui cervello è ancora in fase di sviluppo.
Sul clorpirifos ora l’Unione europea deve decidere. Oggi, 6 dicembre, è infatti previsto il voto della Commissione europea sul rinnovo dell’autorizzazione all’uso in Europa dei due pesticidi, clorpirifos e clorpirifos-metile, in scadenza il 31 gennaio 2020.
In vista di questa discussione lo scorso settembre l’Isde – Associazione Medici per l’Ambiente ha inviato un appello ai ministri competenti – Teresa Bellanova ministro dell’Agricoltura, Roberto Speranza ministro della Salute e Sergio Costa ministro dell’Ambiente – invitandoli a sostenere il divieto per entrambe le sostanze , a opporsi a qualsiasi estensione o deroga, e a ritirare le autorizzazioni nazionali concesse ai preparati fitofarmaceutici contenenti l’una o l’altra sostanza, senza prevedere alcuna deroga per lo smaltimento delle scorte.
Secondo le stime dei ricercatori – si legge nella lettera inviata dall’Isde – il clorpirifos è responsabile di una riduzione media del quoziente intellettivo di 2,5 punti in ogni bambino europeo, ed è stato valutato che annualmente i costi in Europa per i danni cognitivi prodotti da queste molecole ammontino a ben 194 miliardi di euro.
Inoltre le ricerche condotte indicano il clorpirifos come interferente endocrino, in grado di alterare in particolare l’attività della tiroide. La sostanza è stata anche associata a disturbi metabolici quali diabete, obesità, tumori al seno e ai polmoni e infertilità maschile. Sebbene il clorpirifos-metile sia meno documentato, ha lo stesso meccanismo d’azione e una tossicità simile per cui i medici dell’Isde chiedono il bando per entrambe le sostanze.
Per riuscire a bloccare il rinnovo dei pesticidi, il voto europeo richiede una maggioranza qualificata, il che significa avere il sostegno di almeno 16 dei 28 Stati membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione totale dell’UE.