Ifoam, il biocontrollo è l’alternativa ai pesticidi

La Commissione europea sollecitata a dare impulso alla ricerca di tecniche innovative per migliorare la sostenibilità del sistema alimentare

di Redazione


Il movimento per l’alimentazione e l’agricoltura biologica (Ifoam Ue) e l’International Biocontrol Manufacturers Association (Ibma) hanno accolto con favore il riconoscimento da parte del Green Deal europeo del ruolo dell’agricoltura biologica e delle nuove tecniche innovative per migliorare la sostenibilità del sistema alimentare. Proprio per questo motivo hanno pubblicato un documento in cui indicano una strategia quinquennale per promuovere l’adozione di tecnologie di biocontrollo “sicure, ecologiche ed efficienti di origine naturale”.

Individuare azioni concrete per ridurre l’uso di pesticidi

Partendo da obiettivi e azioni concreti nella “strategia Farm to Fork”, nel piano d’azione a zero inquinamento e nella strategia per la biodiversità dell’Ue 2030, occorre individuare azioni concrete per ridurre l’uso di pesticidi sintetici, sottolineano Ifoam Ue e Ibma. Anche in considerazione che la commissaria Ue alla Sanità, Stella Kyriakides, ha sottolineato la necessità di “obiettivi ambiziosi su pesticidi e fertilizzanti per ridurre sostanzialmente i rischi ad essi associati”.

A giudizio delle due associazioni, una soluzione concreta per raggiungere questo obiettivo è promuovere la registrazione e l’adozione più rapida delle tecnologie biologiche di protezione naturale delle piante. Perché le tecnologie di biocontrollo sono una parte importante della soluzione in quanto questi prodotti sono di solito altamente specifici per un determinato parassita, provengono dalla natura o sono identici alla natura quando sintetizzati, quindi il rischio sconosciuto è basso e la resistenza a un prodotto è molto rara.

Servono le alternative agli input sintetici

Queste tecnologie, dicono Ifoam Ue e Ibma, sono comunemente utilizzate come complemento delle misure preventive e indirette di protezione delle piante che costituiscono la base di sistemi di agricoltura biologica e sostenibili. Una trasformazione ecologica del sistema alimentare e agricolo può avere successo solo se agricoltori e giardinieri hanno un numero adeguato di alternative agli input sintetici.
Quando l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) ha lanciato l’Anno internazionale delle Nazioni unite per la salute delle piante (Iyph) per il 2020, Ifoam Ue e Ibma hanno identificato sette aree per una potenziale collaborazione. Tra queste: sostenere un quadro normativo dedicato e proporzionato per le soluzioni di biocontrollo; sviluppare conoscenze e competenze sulla protezione delle piante di origine naturale sia nelle autorità di registrazione che tra gli agricoltori.
Esistono esempi di grande successo delle tecnologie di protezione delle piante di origine naturale per i parassiti in serra, in particolare per le verdure. E le tecnologie di biocontrollo per i seminativi sono già utilizzate in modo efficiente in alcuni Paesi europei. Ma c’è urgente bisogno di più soluzioni adattate alle colture all’aperto: per questo l’industria del biocontrollo sta investendo in ricerca e sviluppo.
Ifoam Ue e Ibma auspicano quindi una maggiore cooperazione tra agricoltori, piccole e medie imprese, responsabili delle politiche e parti interessate per colmare le lacune nel controllo dei parassiti e delle malattie. Nel contempo Ifoam Ue sollecita la Commissione europea a dare impulso alla ricerca di metodi per l’identificazione di prodotti da nuove biotecnologie agrarie e a regolamentarli da subito come gli ogm.

Garantire la tracciabilità dei nuovi ogm

Alla richiesta dello scorso novembre del Consiglio Ue alla Commissione di preparare un nuovo studio entro il 30 aprile 2021, ed eventualmente una proposta legislativa sulle nuove tecniche d’ingegneria genetica, equiparate agli ogm da una sentenza della Corte Ue del 2018, Ifoam controbatte che lo studio non è necessario. Serve invece “un’azione immediata da parte della Commissione europea e delle autorità nazionali per garantire la tracciabilità dei nuovi ogm”. Le coltivazioni derivanti dalle nuove tecniche di ingegneria genetica, insieme ai loro prodotti, devono essere esplicitamente bollate come ogm e dovrebbero per questo rientrare all’interno della legislazione europea sugli organismi geneticamente modificati.
In un’intervista a Agronotizie, la presidente di FederBio, Maria Grazia Mammuccini, ha confermato che “sulle nuove tecniche d’ingegneria genetica la posizione di Federbio coincide perfettamente con quella assunta a livello europeo e internazionale da Ifoam Ue: “impegno a escludere non solo gli ogm, ma anche i prodotti derivanti dalle nuove biotecnologie dai propri sistemi di produzione”.

 

 

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