Il New York Times denuncia: l’agricoltura convenzionale è il rischio

pesticidi

La mappa dei luoghi europei con i maggiori finanziamenti ai campi in cui si usano pesticidi coincide con quella dei luoghi più inquinati

di Carlo Luciano


“Sarebbe bellissimo salvare l’ambiente, ma dove si trovano i soldi?”. Oppure: “Certo, il biologico è meglio, ma quanto ci costerebbe raddoppiare i campi senza pesticidi?” Chi sta leggendo questo articolo avrà sentito molte volte queste frasi che a prima vista sembrano incarnare il buon senso di chi non vuole rischiare con il nuovo e mette al primo posto la prudenza economica. In realtà i numeri raccontano una storia diversa: quella di prezzi truccati, attraverso robuste iniezioni di incentivi pubblici, a vantaggio di sistemi ad alto impatto ambientale. Cambia la Terra lo ha documentato con un rapporto che si basa sui numeri forniti dal Parlamento italiano dimostrando che al bio vanno gli spiccioli dei finanziamenti pubblici, mentre più del 97% della torta dei fondi collettivi serve a sostenere il business dell’agricoltura convenzionale basata sulla chimica di sintesi.

Un punto di vista rilanciato anche dal New York Times

Ora il nostro punto di vista viene rilanciato da un autorevole osservatorio: il New York Times. In questo articolo il quotidiano statunitense fa un’operazione semplice e di grande efficacia. Mette assieme la mappa dei luoghi in cui l’agricoltura europea viene più finanziata e quella dei luoghi in cui l’impatto dell’inquinamento da nitrati è maggiore. Le due mappe coincidono. Il vecchio motto follow the money ci porta dritto dritto nei luoghi in cui la salute degli abitanti e quella di importanti ecosistemi è più minacciata. Al crescere dei finanziamenti all’agricoltura convenzionale cresce il pericolo.

“Questo mese, i leader europei hanno fissato obiettivi ambiziosi per combattere i cambiamenti climatici e salvare le specie dall’estinzione”, scrive il New York Times. “Eppure uno dei maggiori ostacoli è il programma di sussidi agricoli da 65 miliardi di dollari all’anno destinato a sostenere gli agricoltori. I sussidi alle aziende agricole hanno avuto gravi conseguenze ambientali e hanno lasciato segni in tutta Europa. Le popolazioni di uccelli in diminuzione minacciano l’equilibrio di interi ecosistemi. Le emissioni di gas serra dall’agricoltura sono in aumento”.

La mappa dei danni spazia dalla Francia alle zone morte sul Mar Baltico fino all’inquinamento da nitrati in Polonia. Una situazione in stridente contrasto con la svolta green annunciata dal commissario Ursula von der Leyen, che intende dare all’Europa entro il 2050 il record di primo continente carbon free. Per raggiungere questo obiettivo bisogna prendere atto delle contraddizioni nelle politiche europee che drenano il 40% dei sussidi: quelle agricole.

I danni? Conosciuti da quasi due decenni

I funzionari dell’Unione europea conoscono da quasi due decenni le terribili conseguenze della politica agricola sulla fauna selvatica”, precisa il New York Times. “Nel 2004, gli scienziati hanno pubblicato due rapporti che incolpavano i sussidi agricoli per un declino delle popolazioni di uccelli e per i ‘gravi effetti avversi sulla biodiversità dei terreni agricoli’”.

Inoltre già nella primavera del 2017 era emerso uno studio che evidenziava la mappa dell’inquinamento nel nord Italia e quella dei sussidi dell’Unione Europea versati agli agricoltori della regione. “La sovrapposizione era innegabile e poneva una domanda fondamentale: l’Unione europea sta finanziando gli stessi problemi ambientali che cerca di risolvere?”

Dunque il problema era chiaro da tempo ma Bruxelles ha preferito nasconderlo anziché sanarlo. Ora l’Europa deve scegliere: o la crescita green o gli aiuti a pesticidi e fossili.

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