Una spesa amica dell’ambiente. La vorrebbero un consumatore su due. Cucinare ricette con ingredienti di stagione, ridurre il consumo di carne. E poi ignorare la moda dei “superfood” che spesso incentivano la deforestazione e lo sfruttamento dei lavoratori. Tutti elementi che possono rendere la spesa quotidiana un potente alleato delle politiche ambientali. E che sembrano conquistare sempre più consumatori. Altroconsumo, nell’ambito del progetto “La Spesa che Sfida” ha realizzato alcuni strumenti per rendere più semplice la vita dei consumatori, spiegando a cosa fare attenzione, quali informazioni cercare in etichetta, ma anche come non farsi ingannare da immagini e claims pubblicitari o dal posizionamento negli scaffali.
La spesa impatta non solo su salute e portafogli, ma anche sull’ambiente. Altroconsumo ha intervistato 1.625 persone tra i 25 e i 74 anni distribuite su tutto il territorio nazionale per capire percezione e orientamento dei consumi.
Dall’indagine è emerso che il 60% degli intervistati crede che le proprie abitudini alimentari abbiano un impatto sul pianeta. Ma al tempo stesso – e questo è uno dei paradossi evidenziati dall’indagine – solo il 25% fa “molta attenzione” agli aspetti ambientali valutando ad esempio il tipo di imballaggio utilizzato e controllando se il metodo di produzione è sostenibile. Il 55% degli intervistati dichiara di essere disposto a spendere di più per acquistare prodotti sostenibili.
L’indagine si è concentrata anche su marchi, loghi o slogan apposti sulle confezioni, che dichiarano di rispettare determinati criteri, dal bio al benessere animale, fino a Dop e Igp. Su questo tema, un intervistato su due dice di tenere molto all’origine degli alimenti. Ma i consumatori vogliono sempre maggiori garanzie. Per l’82% le autorità dovrebbero controllare meglio l’uso di loghi e slogan.
Un ultimo sguardo alle produzioni bio: nello specifico, il prodotto più gettonato sono le uova e l’olio (le sceglie il 41% degli intervistati) seguiti da verdura e legumi (29%) e dalla frutta (26%).