Dopo la crisi, ripensare a un modello in armonia con la natura. Il biologico è già pronto

La presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini è stata la prima imprenditrice agricola intervistata per “Restiamo in campo”, rubrica di Cambia la terra per capire come vivono il momento di emergenza i produttori biologici in Italia

di Barbara Battaglia


Vivere e lavorare in campagna è un privilegio”. Esordisce così la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini, imprenditrice agricola assieme al marito, nel Chianti, per la prima intervista di “Restiamo in campo”, una nuova rubrica lanciata da “Cambia la terra” per capire come stanno reagendo alla pandemia i produttori biologici di tutta Italia.

Già, perché chi coltiva la terra ha la possibilità, in questa quarantena, di mantenere un rapporto meno asfittico con la realtà. “Nei nostri vigneti”, ha spiegato Mammuccini, “le misure di sicurezza sono più facili da mantenere e quindi riusciamo sostanzialmente a organizzare il lavoro come abbiamo sempre fatto. Ma siamo a conoscenza di altre aziende che hanno molte più difficoltà, anche nel trovare la manodopera”.

Il mondo del biologico raccoglie infatti esigenze e specificità molto diverse. “Ci sono settori particolarmente in crisi, pensiamo agli agriturismi o a chi produce prodotti freschi. Ci aspetta un grande lavoro. Servono sicuramente subito gli strumenti messi a disposizione dal governo ma anche interventi più di lungo periodo, strutturali: andranno elaborati”, aggiunge la presidente di FederBio.

Anche nella distribuzione le criticità purtroppo non mancano: i mercati, ad esempio. “Il biologico”, continua Maria Grazia Mammuccini, “è stato pioniere dei mercati di vendita diretta. E’ importante difendere questi presidi mantenendo le misure di sicurezza necessarie. Siamo ovviamente solidali con i sindaci che stanno facendo tutto il possibile, ma bisognerà trovare soluzioni e strategie nuove”. Incombe lo spettro della crisi economica, se non della recessione, dunque, anche per questo comparto del mondo del lavoro. Attualmente, infatti, secondo l’imprenditrice toscana, per quanto riguarda ad esempio tutto il commercio del vino “l’export si è quasi bloccato e la vendita diretta di prodotti è ferma”. Che fare allora? Come riprogettare al futuro?

Pensare alla sicurezza alimentare è sicuramente importante in questa fase, emerge la necessità di avvicinare chi consuma a chi produce”, ha concluso Mammuccini. “Dovremo trovare soluzioni integrate per ripartire e diversificare i mercati di vendita. Quest’emergenza, così come quella climatica, ci indica che bisogna ripensare a un sistema in armonia con la natura, bisogna ripartire dalla comunità. Il biologico è già pronto a farlo”.

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