Incrementare i terreni coltivati con sistemi biologici è cruciale per proteggere l’ambiente e gli ecosistemi naturali. Le parole del presidente FederBio Maria Grazia Mammuccini, a commento della Giornata mondiale dell’ambiente che si festeggia oggi, riportano l’attenzione sulla necessità di cambiare il modello agroalimentare per tutelare l’ambiente e fermare il declino della biodiversità.
“L’approccio biologico è in grado di proteggere l’ambiente perché è più resiliente rispetto a quello convenzionale. Oltre a produrre una maggiore quantità di biomassa e biodiversità vegetale e animale per unità di superficie, migliora la sostanza organica del suolo contribuendo al sequestro di carbonio e quindi alla mitigazione del cambiamento climatico”,ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini. “In accordo con le Strategie europee sulla Biodiversità e Farm to Fork, occorre cambiare al più presto il metodo di produrre e consumare cibo. Un imperativo diventato ancora più urgente dopo la recente crisi sanitaria che ha mostrato uno stretto legame con quella ambientale. Diventa quindi fondamentale adottare al più presto comportamenti virtuosi tesi alla tutela dell’ambiente, orientando il sistema produttivo ed economico verso un nuovo paradigma basato sul rispetto della natura”.
In linea con le Strategie europee sulla Biodiversità e Farm to Fork che puntano sulla tutela ambientale con l’obiettivo di incrementare del 25% le superfici coltivate a biologico e di ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030, FederBio sottolinea la centralità dell’agroecologia, di cui l’agricoltura biologica e biodinamica rappresentano le massime espressioni, per conciliare sostenibilità ambientale, economica e sociale.
La pandemia legata al coronavirus ha fatto emergere ancora più chiaramente la stretta connessione tra la salute del Pianeta, delle persone e di tutte le specie viventi. E quindi l’esigenza di adottare nuovi comportamenti e modelli fondati sul rispetto dell’ambiente attraverso il ripristino degli ecosistemi. Del resto è il Green Deal europeo a porre la tutela ambientale e della biodiversità al centro delle priorità dell’agenda comunitaria per i prossimi 10 anni, in quanto metà del PIL mondiale, 40.000 miliardi di euro, dipende dalla natura.