I pesticidi non si trovano solo nell’acqua o nel cibo: inquinano anche l’aria che respiriamo. Ma se ci sono limiti da non superare per l’acqua e per il cibo, non esistono standard specifici per l’aria. Per valutare meglio l’esposizione della popolazione francese e definire una strategia nazionale per il monitoraggio dei pesticidi nell’atmosfera, l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e della salute sul lavoro (Anses), l’Istituto nazionale per l’ambiente industriale e i rischi (Ineris) e la rete di associazioni di monitoraggio della qualità dell’aria (Masqua), hanno unito le forze per guidare la prima campagna nazionale di esplorazione dei pesticidi (Cnep).
Le misurazioni dei pesticidi nell’aria non hanno rivelato in questa fase un “rischio significativo” per la salute, ha annunciato l’Anses giovedì 2 luglio presentando i risultati. Ma su 75 sostanze identificate, ben 32 considerate “prioritarie”, incluso il controverso glifosato, saranno oggetto di una “valutazione approfondita” a causa dei loro effetti potenzialmente cancerogeni o di alterazione del sistema endocrino. Sui nove pesticidi rilevati che risultano vietati si raccomanda di proseguire le indagini, poiché non esiste ancora alcuna normativa che garantisca una soglia limite per i pesticidi respirati ogni giorno. Per Ohri Yamada, di Anses, ci sono limiti a questa valutazione preliminare perché, ha detto, i valori di riferimento tossicologico sono generalmente stabiliti sulla base di studi sull’ingestione della sostanza, ma non sulla contaminazione dell’aria né sui rischi associati all’inalazione o all’esposizione cutanea.
Per l’indagine sono stati prelevati campioni tra giugno 2018 e giugno 2019 su 50 siti sparsi su tutto il territorio (Francia metropolitana, dipartimenti e regioni d’oltremare) tenendo conto dei diversi tipi di aree residenziali (50% dei siti urbani o peri-urbani e 50% di siti rurali) e produzione agricola: colture (26%), viticoltura (18%), arboricoltura (20%), orticoltura (10%), allevamento (6%). Tuttavia, le stazioni di misurazione non erano nelle immediate vicinanze delle aree di utilizzo dei pesticidi, il che ha escluso i residenti delle aziende agricole. Un altro studio con Public Health France, chiamato PestiRiv, mira a valutare l’esposizione dei residenti nelle aree viticole.
Tra i prodotti più frequentemente trovati ci sono appunto il glifosato, il folpel (meglio noto come “fungicida della vite”) e il lindano, un insetticida vietato in Francia da 22 anni, sia per l’agricoltura che per il trattamento di telai di legno o come prodotto anti-pidocchi. Eppure le analisi dimostrano che è sempre presente nell’aria (in quasi l’80% dei campioni testati). “Anche se le concentrazioni sono basse, il lindano è considerato una delle sostanze più pericolose con effetti cancerogeni e dannosi per il sistema endocrino comprovati”, sottolinea Fabrizio Botta, coordinatore dell’indagine. “È necessario avviare un’analisi volta a identificare il motivo della persistenza di questo inquinante nell’ambiente”.
Anche il clorpirifos è presente nell’aria. Questo pesticida – usato per uccidere afidi e bruchi – è stato bandito all’inizio del 2020 nell’Unione europea. Le analisi rilevano anche il glifosato, classificato come probabile cancerogeno per l’uomo dallo Iarc e presente nell’aria in oltre il 50% dei campioni, ma a livelli di concentrazione molto bassi.
Secondo le prime ipotesi di associazione, la presenza di pesticidi vietati nell’aria è causata dall’evaporazione di questi prodotti ancora presenti nel suolo.