Le quantità di ogni singolo pesticida presenti negli alimenti venduti nell’Unione europea sono nei limiti di legge, ma l’effetto cocktail può avere effetti negativi sulla salute. E’ quanto afferma un nuovo studio pubblicato da GMwatch.
Si tratta della prima ricerca che utilizza tecniche analitiche omiche (consentono la produzione di informazioni in numero molto elevato e nello stesso intervallo di tempo). E’ stata effettuata su ratti alimentati con una miscela di pesticidi per 90 giorni. La miscela era composta da sei principi attivi antiparassitari, che sono tra i più frequentemente rilevati ai livelli più alti negli alimenti nell’UE: azossistrobina, boscalid, clorpirifos, glifosato, imidacloprid e tiabendazolo. Ogni singolo pesticida era presente al livello della dose giornaliera accettabile (DGA) nell’Unione europea.
Mentre le misure tossicologiche standard – analisi del consumo di acqua e mangime, peso corporeo, istologia (esame microscopico dei tessuti) e biochimica del sangue – mostravano poca o nessuna evidenza di danno, le analisi omiche hanno rivelato cambiamenti biochimici nell’intestino e nel sangue e cambiamenti nella funzione genica nel fegato che indicavano la possibile insorgenza di danni.
Commentando i risultati, il coordinatore della ricerca, Michael Antoniou del King’s College di Londra, ha affermato: “La nostra ipotesi di partenza, che l’analisi omica può essere utilizzata per identificare i predittori di cattiva salute dopo un periodo relativamente breve di esposizione ai pesticidi, è stata confermata. Ciò suggerisce che è nell’interesse pubblico che le autorità di regolamentazione adottino una profilazione omica approfondita come parte della politica di valutazione del rischio dei pesticidi”.
Il nuovo studio non è stato ancora sottoposto a peer review ma è stato pubblicato sul sito di pre-stampa bioRxiv. È stato condotto da un team internazionale di scienziati con sede nel Regno Unito, in Italia, in Francia e nei Paesi Bassi.
Gli effetti riscontrati in questo studio sono stati osservati per un periodo di 90 giorni, rispetto ai due anni o più presi dai test di sicurezza a lungo termine standard del settore sui pesticidi. “Utilizzando tecniche omiche si possono fare studi relativamente a breve termine con meno animali, il che consente di risparmiare denaro e ha benefici per il benessere degli animali”, ha aggiunto Antoniou.