Coltivare, nutrire, preservare. Insieme. Le nostre azioni sono il nostro futuro. È questo lo slogan della Giornata mondiale dell’alimentazione a cui aderiscono oltre 150 Paesi di tutto il mondo. Una ricorrenza molto sentita a livello internazionale che, quest’anno, vuole puntare i riflettori sulla necessità di uno spirito di solidarietà globale e di sistemi agroalimentari resilienti e più solidi.
Le nostre azioni sono il nostro futuro. Soprattutto ora che il mondo combatte con i numeri devastanti della pandemia. E non solo a livello di contagi. L’agroalimentare, durante questo periodo, ha manifestato una fragilità che, se da un lato ha fatto emergere la necessità di maggiore sicurezza alimentare, dall’altro ha evidenziato la volontà di ridiscutere e riorganizzare il settore in maniera intelligente. Non si tratta di produrre più cibo. Bisogna garantire sistemi sostenibili, capaci di fornire diete sane e accessibili a tutti. Tecnologia, ricerca, scienza e aziende – insieme – possono fare molto per le nostre economie, la nostra salute e il nostro pianeta.
“Ciò di cui abbiamo bisogno ora come ora è un’azione intelligente e sistemica per portare il cibo a coloro che ne hanno bisogno e, in generale, per migliorare la qualità del cibo per coloro che ne hanno. Un’azione per impedire che i prodotti della terra marciscano nei campi per mancanza di efficienti catene di approvvigionamento. Un’azione per ottimizzare l’impiego degli strumenti digitali e dell’intelligenza artificiale, così da prevedere le minacce ai raccolti, far scattare automaticamente l’assicurazione sui raccolti e abbattere i rischi climatici. Un’azione per salvare la biodiversità da un’inesorabile erosione. Un’azione per trasformare le città nelle fattorie del futuro. Un’azione di governo per mettere a punto politiche che facilitino l’accesso a regimi alimentari sani”, afferma il direttore generale della Fao, QU Dongyu.
La panoramica offerta dalla Fao, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, evidenzia un quadro mondiale chiaro. Sono oltre 2 miliardi le persone che non hanno accesso regolare a cibo sano, nutriente e sufficiente. Centotrentacinque milioni, invece, coloro che soffrono di fame acuta (in 55 Paesi). Il 14% degli alimenti prodotti va perso ancor prima di arrivare ai mercati all’ingrosso. Inoltre, entro il 2050 la popolazione mondiale sarà di circa 10 miliardi e ciò comporterà un picco della domanda di cibo. Se non ci sarà una trasformazione dei sistemi alimentari registreremo un aumento della sottoalimentazione e malnutrizione. E la disparità di reddito, la disoccupazione o lo scarso accesso ai servizi peggiorerà la situazione. Tra i protagonisti di questa trasformazione gli agricoltori familiari che rappresentano l’80% della produzione mondiale. Circa 800 milioni in tutto il mondo, gestiscono il 75%dei terreni agricoli. Nell’ottica di miglioramento è fondamentale che proprio loro abbiano un maggiore accesso a mezzi innovativi, a finanziamenti e alla formazione per migliorare i loro mezzi di sussistenza. Produzione alimentare intensiva e cambiamento climatico, poi, stanno causando la perdita della biodiversità. Così come diete scorrette e stili di vita sedentari hanno fatto aumentare notevolmente il tasso di obesità sia nei Paesi sviluppati che nei paesi a basso reddito dove coesiste – strano a pensarlo – con la fame.
Ognuno di noi ha un ruolo importante all’interno della filiera alimentare. A tal proposito, la Fao mette a punto una serie di azioni quotidiane per migliorare il nostro stile di vita. Scegliere prodotti diversificati, ad esempio, può favorire la produzione di molti alimenti e, dunque, la biodiversità. Comprare dai produttori locali, invece, aiuterà l’economia locale. No agli sprechi attuando delle semplici pratiche di conservazione del cibo.
Non sarà una Giornata mondiale dell’Alimentazione come le altre. Nonostante tutti i problemi legati alla pandemia sono già attive una serie di attività ed eventi a cui poter aderire.
Ecco il calendario