Sulla Pac siamo al cosiddetto trilogo: sono iniziate le riunioni di Commissione europea, Consiglio dei ministri Ue Agricoltura e pesca, Parlamento europeo per trovare un accordo sul testo finale della Politica agricola comune (Pac) che dovrà valere fino al 2027.
Operazione non facile visto che il testo della Pac votato il 23 ottobre dall’Europarlamento è stato giudicato da tutto il fronte ambientalista molto deludente; un passo indietro rispetto a quello uscito dalla Commissione Ue. Una sconfitta per la biodiversità, per il clima e per gli agricoltori virtuosi. Questo perchè – nel giudizio di Verdi e ambientalisti – ripropone un modello di agricoltura vecchio e non adatto a rispondere alle sfide che ci aspettano.
Una delusione che ha prodotto immediate reazioni. I primi a farsi sentire sono stati alcuni europarlamentari che avevano espresso voto negativo. Hanno scritto una lettera alla presidente Von der Leyen chiedendo il ritiro della Pac appena approvata, in quanto non compatibile con gli obiettivi indicati nel Green Deal.
Molte le adesioni raccolte nella società civile e nelle associazioni alla campagna on line WithdrawTheCAP. Anche in questo caso la richiesta rivolta alla Commissione è ritirare un testo considerato incoerente rispetto agli impegni presi dalla stessa Commissione con la Strategia Farm to Fork e con quella sulla Biodiversità.
Un’opzione, quella del ritiro, tecnicamente possibile, ma al momento esclusa da Ursula von der Leyen che nella lettera di risposta agli europarlamentari si è detta convinta che i negoziati in corso possano sfociare in una nuova Pac adatta allo scopo. “Stiamo compiendo ogni sforzo per garantire che durante i negoziati del trilogo si porti la Pac in linea con il Green Deal”, ha precisato.
Ma in questi giorni a prospettare un possibile ritiro è stato anche Frans Timmermans. Il primo vice presidente della Commissione Ue. In varie interviste e direttamente sui social infatti si è detto irremovibile nel volere una Pac in linea con il Green Deal. “Devo onestamente ammettere di essere rimasto molto deluso. Deluso dal fatto che il Consiglio europeo e il Parlamento europeo si attengano a una politica agricola che non è sostenibile e che non può continuare così”, ha dichiarato Timmermans a un emittente tedesca.
La dura presa di posizione di Timmermans ha scatenato la reazione di molti europarlamentari favorevoli invece alla nuova Pac. I responsabili del Partito popolare europeo in Commissione agricoltura hanno inviato una lettera alla presidente della Commissione Ue. A firmarla, oltre a Herbert Dorfmann, sono anche Norbert Lins, Juan Ignacio Zoido, Anne Sander e Peter Jahr. La richiesta è che “venga rispettato il normale processo decisionale e che nessun membro del collegio dei commissari intervenga minacciando la cooperazione istituzionale. In questo momento, la Commissione ha il compito di facilitare i negoziati tra Parlamento e Consiglio, non di spingere per far passare le proprie priorità politiche”.
E’ ormai evidente che il tentativo di far passare la Pac votata dal Parlamento come una mediazione è fallito. Il fronte ambientalista, sia nel movimento che nelle istituzioni, è compatto nel denunciare il tentativo di restaurazione di un governo del settore basato su finanziamenti pubblici a pioggia. Un approccio che avvantaggia l’agricoltura intensiva ad alto impatto ambientale e penalizza l’agricoltura di qualità e il biologico. Cioè indebolisce la spina dorsale dell’export italiano.