La cooperativa Agricola Capodarco rischia di perdere i campi coltivati a Grottaferrata, storica sede accanto a quella romana della Tenuta della Mistica. Si tratta di una delle realtà più importanti e interessanti del biologico nel Lazio e non solo. Infatti, oltre a coltivare dalla fine degli anni Settanta i terreni dei Castelli Romani, convertiti al biologico negli ultimi decenni, la cooperativa svolge un concreto lavoro nel sociale, ospitando e dando lavoro a numerose persone in difficoltà, con deficit fisici o cognitivi. Un lavoro che non solo è utile e produce cibo sano e servizi ambientali, ma serve al reinserimento e al benessere di lo svolge. Cinquanta utenti altrimenti in difficoltà gravi, grazie all’esistenza della Cooperativa Agricola, hanno quindi la possibilità di frequentare Ia casa famiglia, il laboratorio sociale e il centro di formazione professionale.
Cambia la Terra ha raccontato gli scopi e i risultati raggiunti da questa realtà unica nel panorama del bio nel Lazio, in un video girato nella seconda tenuta gestita dalla cooperativa.
Oggi questa esperienza pluriennale rischia di essere fermata per motivi poco chiari. “Agricoltura Capodarco è sotto sfratto e con lei i suoi 42 anni di storia, i 40 soci, i 50 lavoratori, le centinaia di utenti e le loro famiglie, le istituzioni locali e i loro servizi, l’intera comunità dei Castelli Romani”, ha denunciato il suo presidente Salvatore Stingo in una nota. Il Comune di Grottaferrata ha rivolto un appello alla Regione Lazio perché intervenga “a sostegno del bene prezioso che l’Agricoltura Capodarco rappresenta per il territorio e il tessuto sociale della nostra città e dei Castelli Romani”. Sempre per il sindaco di Grottaferrata Luciano Andreotti, la cooperativa “sotto la direzione di Salvatore Stingo, e tenendo saldi i valori fondativi della Comunità Capodarco, si è distinta oltre che per l’impegno a favore delle persone diversamente abili, anche nella produzione di vini di qualità e nell’accoglienza presso la propria struttura agrituristica. Da poco ha preso vita, in seno alla sede grottaferratese di Capodarco, la Fondazione Marisa Galli, strumento attraverso il quale ci sono le possibilità di attrarre anche fondi europei a favore delle attività sociali, agricole ed enogastronomiche della cooperativa”.