Il primo passo in seno al Consiglio europeo Agrifish è andato bene: sono state approvate le conclusioni per un’etichettatura sul benessere degli animali a livello dell’Ue. Con l’obiettivo generale di migliorare il benessere per il maggior numero possibile di animali destinati alla produzione di alimenti. Adesso spetta alla Commissione europea presentare una proposta legislativa.
Con il sì dei ministri competenti dell’Ue (per l’Italia era presente Teresa Bellanova) si stabiliscono i primi pilastri per il miglioramento del benessere degli animali da produzione alimentare e per accrescere la trasparenza dei mercati. I ministri hanno sottolineato la necessità di andare oltre gli attuali requisiti legali dell’Ue in materia. Obiettivo: includere gradualmente tutte le specie animali nell’etichetta, coprendone l’intera vita (anche trasporto e macellazione). Per Julia Klöckner, ministra federale dell’Alimentazione e dell’agricoltura della Germania, “un marchio comune dell’Ue relativo al benessere degli animali accrescerebbe la credibilità e la trasparenza dei nostri mercati, permettendo ai consumatori di compiere scelte più consapevoli. Inoltre, contribuirebbe a premiare i produttori che rispettano gli standard”.
Sempre più cittadini Ue continuano a far notare l’importanza di sistemi di sicurezza e certificazione di qualità (attraverso appunto il bollino “benessere animale”). Tale richiesta è pervenuta alle istituzioni europee già nel 2015 attraverso lo strumento Eurobarometro che ha rivelato come l’82% dei cittadini europei ritenga doveroso migliorare il benessere degli animali. Un risultato simile è arrivato poi nel 2018 quando l’attenzione dell’opinione pubblica si è spostata dall’approvvigionamento alimentare al benessere degli animali.
Nel nostro paese, ad esempio, Compassion in World Farming (Ciwf) Italia Onlus e Legambiente hanno lanciato la proposta di una nuova etichettatura per la carne di maiale dove è specificato il metodo di allevamento. Valutando diversi parametri: densità di allevamento, arricchimenti ambientali, uso delle gabbie, modalità di castrazione, svezzamento e accesso all’aperto. E FederBio ha lanciato di recente “high welfare”, il nuovo standard che riguarda l’allevamento degli animali.
Benessere per gli animali, quindi, associato anche alla riduzione dei rischi per il benessere delle persone. Come ha purtroppo evidenziato la pandemia in corso, le condizioni di vita degli animali impattano non solo sull’ambiente ma anche direttamente sulla salute delle persone. L’agricoltura biologica, in questo contesto, è un punto di riferimento perché opera nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute degli animali. E lo standard FederBio, la cui elaborazione è stata avviata già a fine 2016 in collaborazione con Ciwf, riguarda appunto in modo specifico il benessere animale.
Tra le proposte avanzate dal Consiglio l’elaborazione di un regime di etichettatura che preveda incentivi per i produttori. E si spinge anche per la creazione di un logo Ue standardizzato e facilmente comprensibile.
“Il benessere animale è un presupposto per una produzione zootecnica sempre più sostenibile”, ha commentato la ministra Teresa Bellanova ricordando che “in Italia stiamo facendo un grande sforzo organizzativo per integrare le banche dati sanitarie con quelle zootecniche sulle performance produttive, perché solo in questo modo sarà possibile misurare simultaneamente tutti questi aspetti. Per raggiungere questo obiettivo il ministero della Salute ha messo a punto il sistema Classyfarm”.