Ancora una ricerca che rileva l’esistenza di un collegamento tra esposizione ai pesticidi e problemi neurologici. Questa volta sotto la lente dei ricercatori le eventuali conseguenze, nei ragazzi residenti in aree agricole del Sudafrica, dell’esposizione ai pesticidi legata allo svolgimento di alcune attività connesse all’uso di questi prodotti. Ad esempio lo stoccaggio, la combustione o la pulizia dei contenitori di pesticidi, ma anche banali attività ricreative svolte dai ragazzi vicino ai campi coltivati. Come nuotare nei ruscelli e laghi o mangiare prodotti raccolti dai campi.
Lo studio condotto dal Center for Environment and Occupational Health Research dell’Università di Cape Town su 1.001 bambini e ragazzi di età compresa tra 8 e 16 anni ha mostrato che i ragazzi che più spesso svolgevano queste attività o avevano questi comportamenti erano più soggetti a episodi frequenti di mal di testa. Lo stesso per quanto riguarda alcune funzioni neurocognitive – in particolare nel campo dell’attenzione, della memoria e della velocità di elaborazione – risultate inferiori nei ragazzi che più spesso si dedicavano alle attività monitorate nello studio.
“Gli effetti delle attività dei bambini legate ai pesticidi sono stati raramente studiati. I nostri risultati suggeriscono effetti negativi sulla salute a lungo termine tra i bambini, in particolare quelli che mangiano i raccolti fuori dal campo o raccolgono i prodotti dal campo”, ha affermato uno degli autori.
Una prima semplice raccomandazione da parte dei ricercatori riguarda la necessità di un controllo più rigoroso sulla gestione, conservazione, confezionamento dei pesticidi. Sono attività che non devono coinvolgere i ragazzi. Inoltre, è auspicabile attuare già nelle scuole un programma educativo sui rischi legati all’esposizione ai pesticidi in tutte le sue forme.
Oggi sono registrati oltre 3.000 diversi tipi di formulazioni di prodotti antiparassitari, inclusi principi attivi di sostanze chimiche neurotossiche e che alterano il sistema endocrino. E i bambini sono soggetti più vulnerabili all’impatto dei pesticidi in quanto i loro organismi sono ancora in fase di sviluppo.