Via la Ue, dentro gli Ogm? Dal primo gennaio scorso il Regno Unito non fa più parte del mercato unico e ha lasciato l’unione doganale dell’UE assieme a tutte le politiche dell’Unione europea e agli accordi internazionali conseguenti. Una delle primissime decisioni post Brexit, da parte del governo inglese, è stata lanciare una consultazione popolare sugli Ogm. Una mossa che però, come sottolineato anche da Euractiv in questo articolo, rischia di porre il Regno Unito in contrasto con l’Ue su questa tematica.
Sta di fatto che dal 7 gennaio scorso e fino al prossimo 17 marzo i cittadini britannici potranno dire la loro, partecipando a questo sondaggio online su base volontaria.
La prima parte della consultazione, così come pubblicata sul sito del dipartimento Ambiente, Cibo e Affari Rurali (Defra) del governo inglese, “riguarda il regolamento delle tecnologie genetiche” e si focalizza in particolare su “organismi geneticamente modificati in possesso di variazioni genetiche che possano essere introdotte dall’allevamento tradizionale”. La seconda parte del sondaggio serve invece a “iniziare a raccogliere opinioni sul più ampio quadro normativo che disciplina gli Ogm”, come si legge nella spiegazione iniziale dell’iniziativa.
A partire dai risultati del primo quesito, il dipartimento competente potrebbe cambiare l’attuale legislazione per modificare la definizione di Ogm. Ad oggi gli Ogm oltremanica sono definiti dall’Environmental Protection Act, la legge sulla protezione ambientale, del 1990, e dalle successive modifiche.
Nell’Unione europea, invece, non si producono Ogm, con limitatissime eccezioni decise dagli Stati membri, mentre l’uso e l’importazione vanno in ogni caso sottoposti a valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura. Non solo: nel 2018 la Corte di giustizia europea ha stabilito che gli organismi ottenuti tramite editing genetico rientrano nelle norme comunitarie sugli Ogm, e come tali devono essere gestiti, in base al principio di precauzione sancito nei trattati istitutivi dell’Ue e alla base delle norme europee sulla sicurezza alimentare.
Un iter piuttosto complesso e stringente, dunque, che la Gran Bretagna – ufficialmente ormai Paese terzo – potrebbe forse bypassare?
I risultati del sondaggio saranno pubblicati entro tre mesi dalla fine della consultazione, quindi entro il prossimo giugno.
E anche questa espressione popolare (anche se non vincolante né rappresentativa del totale della popolazione, poiché su base volontaria), potrebbe riservare sorprese. Come ha insegnato la Brexit.