Non solo coccinelle e formichine: nell’erba di molti giardini di scuole e parchi si rischia di trovare anche residui di pesticidi. E’ quello che è emerso da uno studio condotto insieme dall’istituto Ramazzini di Bologna, dal servizio sanitario altoatesino e da Pan Europe che hanno analizzato 96 campioni di erba prelevati in 24 siti in Alto Adige – giardini scolastici e parchi gioco dove evidentemente non vengono utilizzati fitofarmaci – rilevando comunque la presenza di 32 diversi pesticidi.
Un dato che ripropone il tema della contaminazione accidentale per deriva – ricorrente in questo territorio – legata alla presenza di vigneti e frutteti trattati con pesticidi anche a poche decine di metri di distanza da scuole e giardini pubblici. Luoghi frequentati soprattutto da bambini, soggetti più sensibili all’esposizione a queste sostanze.
La ricerca ha evidenziato come ci sia una presenza di pesticidi lungo tutto il corso dell’anno e non solo nelle stagioni in cui sono concentrati gran parte dei trattamenti sulle coltivazioni. In pratica in ogni periodo quasi tutti (96%) i siti analizzati sono risultati contaminati almeno da un pesticida, due nel 79% dei siti.
In un parco gioco a Egna, a 40 metri di distanza da un campo coltivato, sono stati trovati residui di 11 diversi pesticidi.
Nella stragrande maggioranza dei casi (76%), i residui rilevati sui fili d’erba sono sostanze interferenti endocrine, cioè in grado di alterare la funzionalità del sistema ormonale provocando malattie come obesità e diabete. In particolare l’esposizione al clorpirifos metile – rinvenuto con le maggiori concentrazioni – nei bambini è associata a disturbi dello sviluppo neurologico come aumento del rischio di autismo e disturbo da deficit di attenzione. Tra le altre sostanze rinvenute l’erbicida oxadiazon, i fungicidi captano e fluazinam.
Per provare ad avere un riferimento – anche se è evidente che l’erba dei prati non si mangia – i ricercatori hanno confrontato i valori rinvenuti nei campioni di erba con i Lmr- Limiti massimi di residuo in lattuga, spinaci e fragole. Nel caso del clorpirifos le concentrazioni riscontrate sono pari a 71 volte il limite per gli alimenti, per il fluazinam fino a 24 volte, per la dodina e il captano – tutti fungicidi – rispettivamente fino a 23 e 15 volte.
L’Alto Adige con le coltivazioni intensive di vigneti e meleti è una delle aree europee più esposte ai trattamenti fitosanitari. La media di 24 chili per ettaro di fungicidi, 13 di insetticidi e 0,8 di erbicidi è infatti ben più alta rispetto a quella italiana (rispettivamente 3,55 kg/ha, 0,6 kg/ha e 0,88 kg/ha).