È la terza volta in tre anni che la Environmental Protection Agency (Epa), Agenzia di protezione ambiente statunitense, ordina ad Amazon di fermare la vendita di pesticidi illegali dalla sua piattaforma di e-commerce.
Già nel 2018 l’Epa aveva inflitto ad Amazon una multa da 1,2 milioni di dollari per aver commesso oltre 4.000 violazioni della legge federale sulla vendita e la distribuzione di pesticidi non autorizzati negli Stati Uniti. In quella occasione, si è siglato un accordo nel quale Amazon si impegnava a rimuovere dalla piattaforma fitofarmaci importati. E, soprattutto, non autorizzati ad essere commercializzati negli Usa. Evidentemente il problema non è stato risolto. Lo scorso giugno, infatti, Epa aveva nuovamente richiamato Amazon a interrompere la vendita di circa 30 prodotti illegali – tra pesticidi e insetticidi – e ora ne ha aggiunti altri 70 all’elenco.
“Sulla piattaforma di Amazon si possono acquistare pesticidi e insetticidi non registrati, potenzialmente pericolosi o completamente inefficaci. Pesticidi che evidentemente rappresentano un rischio significativo e immediato per la salute di consumatori, bambini, animali domestici e altri soggetti esposti ai prodotti”, spiegano dall’Epa.
Infatti, secondo la legislazione Usa – Federal Insecticide Fungicide and Rodenticide Act – per essere venduti negli Stati Uniti pesticidi e insetticidi devono essere valutati in termini di sicurezza ed efficacia dall’Epa. Inoltre, devono avere un’etichetta con un numero di registrazione. Dati del tutto mancanti nel caso dei prodotti illegali.
Oltre a chiedere di fermare le vendite, l’Epa ha intensificato la collaborazione con US Customs and Border Protection. L’obiettivo è fermare le importazioni di prodotti non conformi e in vendita su Amazon.
Lo scorso anno un’inchiesta realizzata da Greenpeace Uk, Unearthed e Public Eye denunciava l’esportazione dalla Ue di 41 diversi prodotti fitosanitari vietati in Europa per i loro potenziali rischi per la salute e l’ambiente ma considerati buoni per essere utilizzati altrove. Più di 80.000 tonnellate di prodotti finite in 85 Paesi.
Una pratica definita deplorevole dalle Nazioni Unite che lo scorso anno hanno lanciato un appello affinché fosse interrotta.
Anche perchè nell’utilizzo di questi prodotti sono i Paesi in via di sviluppo a correre i maggiori rischi. In tali contesti infatti non sempre i pesticidi sono gestiti con le necessarie attenzioni. Spesso chi li utilizza non riceve specifica formazione sui rischi e non utilizza dispositivi di protezione. Il risultato è che sono molte le vittime di avvelenamento da pesticidi. Secondo uno studio del Pan, ogni anno ci sono 385 milioni di casi di avvelenamento grave da pesticidi in tutto il mondo, circa 11.000 dei quali mortali.