Ancora una conferma sul legame tra pesticidi e rischio di sviluppare il cancro. Il dato questa volta viene da uno studio dell’Università del Michigan in Usa che in particolare ha voluto analizzare le ragioni alla base della maggiore incidenza di cancro al seno tra le donne afroamericane.
Il cancro al seno è la forma più diffusa di cancro al mondo. Negli Usa è la patologia oncologica al secondo posto come tasso di mortalità. Tuttavia non tutte le donne sono colpite allo stesso modo dal cancro al seno. Le più soggette al rischio di sviluppare questo tumore e morirne sono le donne afroamericane (40% in più).
Le motivazioni all’origine di queste differenze nell’incidenza e nella mortalità del cancro al seno sono ancora poco chiare. E probabilmente sono dovute all’interazione tra diversi fattori sia genetici che ambientali. Come del resto vanno considerati anche aspetti di carattere socioeconomico, legati alla disparità di reddito, a ritardi nello screening e nella terapia.
Tuttavia il ruolo delle esposizioni a sostanze chimiche è stato finora quello meno esplorato per analizzare le disparità negli esiti della malattia. Per farlo i ricercatori dell’Università del Michigan hanno valutato i dati del biomonitoraggio chimico svolto dal National Health and Nutrition Examination Survey collegandoli con i dati dell’attività biologica ricavati dal Toxcast program dell’Epa. Ne è emerso che le donne afroamericane presentavano nel sangue concentrazioni più elevate di biomarcatori, indicativi di esposizione a una sostanza chimica.
Tra questi particolarmente elevate sono risultate le concentrazione di biomarcatori riferiti a un fungicida, ad alcuni metaboliti dei pesticidi, così come a mercurio e piombo.
In pratica – come emerge dallo studio – sono le massicce esposizioni ai pesticidi cui sono sottoposte le donne afroamericane a rappresentare un elemento chiave per spiegare la maggiore incidenza di cancro al seno.