Dopo 20 anni di agricoltura biologica nei terreni i pesticidi non sono scomparsi: sono molto ridotti, ma non ancora annullati. Un team di ricerca (come riportato in Environmental Science & Technology) ha identificato residui di pesticidi in 100 aziende agricole svizzere, inclusi i campi dedicati all’agricoltura biologica.
Il team ha misurato le caratteristiche del suolo superficiale e le concentrazioni di 46 pesticidi usati regolarmente. Ha anche monitorato le sostanze prodotte dalla loro degradazione. E lo hanno fatto analizzando campioni prelevati da ben 100 campi in gestione biologica e convenzionale contenenti 16 erbicidi, 8 prodotti di trasformazione degli erbicidi, 17 fungicidi, 7 insetticidi. I pesticidi sono stati trovati in tutti i siti, inclusi 40 campi biologici. Ma nei campi che avevano detto addio alla chimica di sintesi il numero di residui di pesticidi era dimezzato. Inoltre, la concentrazione era nove volte minore rispetto ai campi convenzionali. Insomma il numero e le concentrazioni di pesticidi sono diminuiti in modo significativo con la gestione biologica. Ma i tempi di risanamento completo sono lunghi.
C’è anche l’ipotesi di una contaminazione “di ritorno”. Secondo i ricercatori, infatti, alcuni dei pesticidi potrebbero aver contaminato i campi organici viaggiando attraverso l’aria, l’acqua o il suolo dai vicini campi convenzionali.
Inoltre, il team ha osservato una minore abbondanza microbica nei campi irrorati con un numero maggiore di pesticidi, suggerendo che la presenza di queste sostanze può diminuire la salute del suolo. “Questo studio dimostra che i pesticidi sono una realtà nascosta nei suoli agricoli e i nostri risultati suggeriscono che hanno effetti dannosi sulla vita del suolo”, sostengono i ricercatori. A loro avviso, il lavoro futuro dovrebbe esaminare gli effetti sinergici dei residui di pesticidi e di altri fattori di stress ambientale sulla salute del suolo.