Un Manifesto che raccoglie i principi fondamentali che dovranno essere alla base di un Piano strategico nazionale sostenibile e coerente con gli obiettivi delle Strategie europee Farm to Fork e Biodiversità 2030. Sono 11 le richieste messe a punto dalla Coalizione #CambiamoAgricoltura presentate nel Manifesto che nelle prossime settimane sarà aperto alla sottoscrizione di scienziati, tecnici, personalità ma anche dei cittadini che chiedono una vera transizione ecologica dell’agricoltura. Proposte che vanno dal sostegno all’agricoltura biologica alla salvaguardia del suolo e della biodiversità sia selvatica che agricola; da una radicale riforma della zootecnia al benessere animale; dal ripristino di spazi naturali nelle aree agricole al sostegno all’agricoltura sociale.
Un documento che nelle intenzioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura potrebbe attivare un confronto efficace durante il percorso appena avviato dal Mipaaf per la redazione del Piano strategico nazionale della Pac post 2022 con il coinvolgimento degli attori istituzionali, sociali ed economici riuniti nel Tavolo di partenariato.
“Lo scorso fine luglio abbiamo denunciato pubblicamente l’assenza di un coinvolgimento concreto del partenariato economico e sociale nel processo di redazione del Psn. Speriamo di avere ora risposte sulla strategia e sull’architettura del documento di programmazione che delineerà il futuro dell’agricoltura nel nostro Paese”, sottolineano le associazioni di #CambiamoAgricoltura. “Non possiamo permetterci di perdere questa ultima occasione per correggere un deludente accordo sulla riforma della Pac raggiunto a fine giugno dal trilogo. Per questo la Coalizione #CambiamoAgricoltura è pronta a fare la propria parte nei lavori del Tavolo di parternariato con proposte, idee concrete ed operative”.
Per la Coalizione è però fondamentale che sia avviato un confronto autentico e non solo formale con il partenariato economico e sociale sui contenuti del Piano strategico nazionale. “Non riterremo accettabile una passerella di proposte già definite dal solo confronto tra il Mipaaf, le Regioni e le grandi associazioni agricole, limitando il ruolo del parternariato sociale a un invio di osservazioni scritte”, precisano.
La nuova Politica agricola comune dell’Unione europea, che costituisce il 32% dell’intero bilancio Ue ed entrerà in vigore dal gennaio 2023, affida ai singoli Stati alcune importanti decisioni sulle finalità dell’utilizzo delle risorse finanziarie destinate all’agricoltura per sostenere le aziende agricole e le filiere agroalimentari che si stanno impegnando per garantire la resilienza e sostenibilità sociale e ambientale a lungo termine della loro attività.
Il Piano strategico nazionale – che dovrà essere inviato alla Commissione Ue entro gennaio 2022 – è lo strumento che hanno gli Stati per la programmazione degli interventi necessari per sostenere la transizione ecologica della nostra agricoltura con il passaggio da un modello di produzione intensivo ad uno agroecologico, capace di perseguire gli obiettivi delle Strategie europee. Ovvero: riduzione del 50% dell’uso e della pericolosità dei pesticidi; meno 30% delle superfici agricole europee coltivate con metodo biologico; riduzione del 20% dell’uso di fertilizzanti di sintesi e riduzione del 50% delle perdite di nutrienti; riduzione del 50% degli antibiotici impiegati negli allevamenti; 10% di aree destinate alla natura nelle aziende agricole.