Cambiamento climatico, sostegno al reddito, garanzia di sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti. Questi alcuni dei punti chiave della Carta della Sostenibilità recentemente approvata al G20 dell’Agricoltura che si è tenuto a Firenze.
Il G20, rappresentando l’80% della produzione economica globale e il 60% della popolazione, è un attore chiave negli sforzi per riunire il sostegno politico, tecnico e finanziario per un’azione tangibile verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Per garantire sistemi alimentari sostenibili e resilienti, i ministri del G20 hanno ribadito la volontà di raggiungere l’obiettivo fame zero previsto dall’Agenda Onu al 2030. Pur con l’aumento della produzione, infatti, ancora un quarto della popolazione mondiale soffre di insicurezza alimentare.
Inoltre, i ministri del G20 concordano sul fatto che i cambiamenti climatici, gli eventi meteorologici estremi, la minaccia costituita da parassiti e malattie di animali e piante richiedono risposte coordinate ed efficaci. In particolare, i ministri hanno deciso di non adottare alcuna misura restrittiva ingiustificata che possa aumentare la volatilità dei prezzi del cibo sui mercati internazionali e quindi minacciare la sicurezza alimentare.
In una nota stampa Federbio sottolinea come i principi espressi nella Carta della Sostenibilità siano perfettamente in linea con il modello biologico in grado di conciliare sostenibilità economica, sociale e ambientale all’interno di un approccio efficace nel contrasto al cambiamento climatico e nella conservazione della biodiversità e delle risorse naturali.
Federbio però chiede maggiori investimenti a sostegno del biologico, in particolare per quando concerne ricerca e innovazione, infrastrutture per la formazione e trasferimento delle conoscenze e delle buone pratiche di agricoltura biologica agli agricoltori.
“I principi generali della Carta della sostenibilità sono condivisibili e coerenti con le linee guida dell’agricoltura biologica, per i quali occorreva tuttavia un chiaro riferimento all’agroecologia, di cui il biologico e il biodinamico rappresentano le punte più avanzate ed efficienti”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.
“Anche la Fao durante l’incontro internazionale del 2018, dichiarando superato il modello intensivo a causa dell’enorme impatto ambientale, ha indicato l’approccio agroecologico come un’innovazione strategica. La transizione ecologica per la sostenibilità dei sistemi agroalimentari non può quindi prescindere dall’agroecologia, la forma di agricoltura in grado di contrastare il cambiamento climatico, tutelare la biodiversità, la fertilità dei suoli agricoli e la salute pubblica”, ha aggiunto.