Ad oggi gli eco-schemi proposti dagli Stati membri sembrano essere molto al di sotto delle aspettative e non in grado di assicurare la transizione ecologica dell’agricoltura europea.
Solo il 19% infatti ha buone probabilità di raggiungere gli obiettivi ambientali dichiarati. Mentre il 40% per essere efficace richiederebbe sostanziali miglioramenti. Un altro 41% appare del tutto disallineato rispetto alle finalità di tutela ambientale e di contrasto ai cambiamenti climatici.
Questo il quadro che emerge da una prima valutazione compiuta da alcune associazioni ambientaliste. BirdLife, Eeb e Wwf Epo hanno analizzato come i 48,5 miliardi di euro dei finanziamenti comunitari della nuova Pac saranno spesi nei prossimi 5 anni. Secondo le loro conclusioni molti degli eco-schemi proposti sono sotto-finanziati o rischiano di essere scartati. Troppo complessi e poco convenienti dal punto di vista finanziario.
“Questa analisi – si legge nel comunicato della Coalizione #CambiamoAgricoltura che ha partecipato alla redazione del rapporto – benché basata sui primi documenti che gli Stati hanno reso pubblici e quindi non esaustiva e definitiva, mostra l’urgente necessità di migliorare la progettazione e l’ambizione degli eco-schemi.”
Visto che la Pac non ha soddisfatto le richieste di un maggior impegno in campo ambientale e climatico, gli eco-schemi potrebbero offrire una seconda opportunità. Cogliere gli obiettivi indicati dal Green Deal e dalle Strategie Farm to Fork e Biodiversità. Per questo appare particolarmente grave una loro interpretazione riduttiva. Se anche questo strumento dovesse rivelarsi inadeguato, per l’agricoltura europea si aprirebbero altri anni difficili.
“L’obiettivo degli eco-schemi – prosegue #CambiamoAgricoltura – è premiare gli agricoltori che gestiscono le loro pratiche agricole in modo rispettoso della natura e del clima. Incentivare l’adozione di buone pratiche agricole specifiche per la tutela dell’ambiente e il benessere animale. Essendo però l’adesione agli eco-schemi volontaria, per gli agricoltori è necessario che i pagamenti collegati agli impegni siano adeguati e congrui per stimolare la loro partecipazione”.
Secondo il giudizio delle associazioni ambientaliste, i sette eco-schemi proposti in Italia dal Mipaaf hanno impegni vaghi. Sono completamente privi di indicazioni sull’impiego delle risorse assegnate nell’ambito del budget del primo pilastro. A questa vaghezza si aggiunge il fatto che il quantum totale assegnato alle finalità ecologiche nel primo pilastro è del tutto insufficiente. Si tratta di un importo di 907.132.289 euro l’anno, dal 2023 al 2027. Una disponibilità finanziaria non adeguata che ha indotto la Coalizione #CambiamoAgricoltura a chiedere al ministro Stefano Patuanelli di portare l’attuale 25% per gli eco-schemi nel primo pilastro almeno al 30%.