Ci sono pesticidi su più di un terzo della frutta e verdura che mangiamo tutti i giorni. È quanto emerge dal dossier Stop pesticidi 2021 di Legambiente. In totale, le analisi dello studio hanno riscontrato residui di 97 prodotti differenti. Mentre solo l’1,39% dei campioni analizzati per il dossier è risultato irregolare, ovvero con livelli di residuo superiori ai limiti per legge o con tracce di sostanze vietate, il 35% presentava tracce di uno o più pesticidi.
Questa percentuale si alza in maniera preoccupante se consideriamo solo la frutta. È stato rilevato almeno un residuo di pesticidi nel 55,22% della frutta analizzata, e più di uno nel 39,24%. Sul triste podio degli alimenti con più tracce di fitofarmaci troviamo l’uva da tavola (85,71%), le pere (82,14%) e le fragole (71,79%) , con alcuni casi limite allarmanti: un campione di pere dove sono state trovate 12 sostanze attive differenti, o un campione di ciliegie con 10.
Quindi metà della frutta che viene venduta regolarmente e finisce sulle tavole contiene tracce di svariati insetticidi, erbicidi e fungicidi. Anche se solo l’1,63% dei campioni di frutta analizzati è risultato irregolare.
“Il problema dei multiresidui” ha spiegato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente, parlando degli alimenti su cui vengono trovate tracce di più fitofarmaci “è che la legge impone dei limiti sulla quantità del singolo principio attivo, ma non sulla quantità cumulativa. E gli effetti di più residui sul corpo umano sono imprevedibili. Abbiamo bisogno di una legge che argini questa falla, e di controlli più serrati”.
Per fortuna, nel dossier qualche notizia positiva c’è. La quantità di fitofarmaci utilizzata in Italia continua a scendere (meno 30% negli ultimi dieci anni). Inoltre, il consumo di biologico cresce tra i giovani e le famiglie con bambini sotto i 12 anni.
“Il biologico è la soluzione al problema dei pesticidi non solo per quanto riguarda noi esseri umani”, ha commentato Maria Grazia Mammuccini, la presidente di FederBio che ha contribuito alla stesura del dossier, “ma anche per l’ambiente. E mentre ci sono controlli ambientali sulla quantità di pesticidi nelle acque e nell’aria, non ci sono per il suolo. Il che è assurdo, se consideriamo che il suolo è alla base dell’agricoltura e della vita stessa. FederBio con le altre associazioni di Cambia la Terra ha lanciato una campagna di informazione per aumentare la sensibilità su questo argomento, ma ora abbiamo bisogno di una risposta dal mondo politico. Il Pan sui pesticidi è fermo dal 2014 e la legge sul biologico non è ancora stata approvata dal Parlamento. Dobbiamo sbloccare questi punti, o rischiamo di perdere una grande opportunità per il benessere nostro e del pianeta”.