Finalmente la legge sul biologico approda in Aula, a Montecitorio, per il voto conclusivo. Ad annunciare, in una nota, la notizia è Maria Chiara Gadda, capogruppo del movimento Italia Viva in commissione Agricoltura e prima firmataria della legge.
Una tappa attesa da molto tempo da una larga parte della comunità agricola. La legge era rimasta ferma per più di due anni al Senato (dove alla fine, nel maggio scorso, era passata quasi all’unanimità con un solo voto contrario e un astenuto) e poi è rimasta ferma per 8 mesi alla Camera. Un rallentamento che rischiava di mettere in difficoltà un comparto cruciale per l’export agricolo italiano e per l’immagine stessa del nostro Paese, leader in Europa del settore.
La norma prevede strumenti e opportunità per sostenere gli investimenti degli agricoltori in questo settore: dal marchio bio italiano alla limitazione dell’uso dei fitofarmaci nei distretti biologici. Una legge nazionale che può valorizzare, tutelare e promuovere un comparto cruciale dove le priorità sono la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale. Tra l’altro l’Italia ha già una percentuale di campi bio che è circa il doppio della media europea. Dunque può ambire a un traguardo più avanzato del 25% di campi bio al 2030 previsto dalle strategie comunitarie, in modo da mantenere intatta la sua capacità competitiva nel settore.
“Un provvedimento atteso da anni dagli operatori e coerente con i nuovi indirizzi europei. Il biologico è un settore in continua crescita e cresce l’attenzione dei cittadini nei confronti di modelli produttivi sempre più attenti all’impatto sociale e ambientale” ha evidenziato Maria Chiara Gadda. “Approvare la legge è fondamentale per consentire al settore di strutturarsi maggiormente, nella direzione della trasparenza e di un piano strategico in grado di cogliere le sfide di un mercato sempre più competitivo.”