Più di 4 agricoltori su 10 al mondo hanno problemi acuti di salute legati all’utilizzo dei pesticidi. Un’emergenza sanitaria che ogni anno porta alla morte di 11 mila contadini per avvelenamento acuto da pesticidi. Un numero elevatissimo se si pensa che non considera le vittime di malattie croniche derivanti da esposizione a lungo termine ai pesticidi e neppure i suicidi attuati con fitofarmaci. Il dato è contenuto nell’ultimo rapporto diffuso dal Pesticide Action Network (Pan), centrato sugli effetti dell’incremento nell’utilizzo di fitosanitari nei cinque continenti.
Se è vero che i pesticidi non hanno confini e la contaminazione riguarda l’intera popolazione e l’ambiente, senza dubbio i primi da tutelare sono gli stessi agricoltori. Ovvero le persone esposte ai maggiori rischi a causa della loro quotidiana attività nei campi.
I costi umani legati all’utilizzo dei pesticidi sono devastanti: 385 milioni di lavoratori hanno problemi acuti di salute legati all’impiego di queste sostanze. Mal di testa e vomito, diarrea, eruzioni cutanee, disturbi del sistema nervoso e svenimenti con conseguenze a volte letali.
“Il 44% di tutti i lavoratori agricoli nel mondo soffre almeno un avvelenamento all’anno“, ha detto Susan Haffmans del Pesticide Action Network. “In alcuni Paesi è molto peggio. In Burkina Faso, per esempio, l’83% dei lavoratori agricoli si ammala almeno una volta a causa dei pesticidi”.
Se in Europa gli episodi di avvelenamento acuto sono 1,6 milioni l’anno, molto diversa la situazione nei Paesi in via di sviluppo: 256 milioni di avvelenamenti acuti si registrano ogni anno in Asia, 116 milioni in Africa e circa 12,3 milioni in America Latina.
Una prima spiegazione sta nel fatto che in questi Paesi – grazie a una normativa meno stringente – spesso si possono usare sostanze estremamente pericolose invece vietate in Europa. A ciò si aggiunge la carenza di informazione su come utilizzare correttamente i prodotti e la mancanza dei più semplici dispositivi di protezione. “In alcuni casi, i pesticidi sono semplicemente messi in piccoli sacchetti di plastica o bottiglie dai commercianti, senza etichette, senza istruzioni di sicurezza su come usarli e senza avvertimenti, il che porta anche ad avvelenamenti involontari”, ha aggiunto Haffmans.
“Il dato più preoccupante è che rispetto a 30 anni fa è cresciuto il numero di lavoratori agricoli avvelenati dalle sostanze chimiche utilizzate in agricoltura”, ha commentato Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. “Nonostante i tanti passi avanti registrati negli ultimi decenni dall’agricoltura e dalla tecnologia, l’utilizzo dei pesticidi fa oggi più vittime tra i lavoratori dei campi. Un chiaro segno di come il progresso tecnologico da solo non sia sufficiente per imprimere una vera svolta verde alla nostra agricoltura”.