Tirata d’orecchie per l’Italia dalla Commissione Ue. Il nostro Paese è in ritardo ormai di tre anni nella revisione del Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi. La direttiva 2009/128/CE infatti prevede che questi piani vengano rivisti almeno ogni 5 anni. Mentre il piano italiano è rimasto lo stesso dal gennaio 2014. Il tema è stato sollevato dall’europarlamentare Eleonora Evi che lo scorso 8 dicembre ha presentato al Parlamento un’interrogazione sollecitando un intervento.
La replica dell’Unione Europea non si è fatta attendere. Il 25 gennaio Stella Kyriakides, Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori, ha risposto sottolineando come il persistente ritardo dell’Italia nella revisione del piano d’azione nazionale costituisca una violazione dell’articolo 4 della direttiva 2009/128/CE. La Commissione – si legge nella risposta – continuerà a seguire tale vicenda sollecitando le autorità italiane a provvedere affinché tutte le raccomandazioni formulate nella relazione di audit trovino applicazione in maniera tempestiva ed efficace.
“Non solo ormai siamo in ritardo di tre anni, ma non abbiamo notizie di come si intenda procedere nella revisione del piano”, denuncia Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. “Eppure nel febbraio 2019 la Camera dei Deputati aveva approvato all’unanimità una mozione che indicava nuove strategie per la revisione del PAN. Come lo sviluppo del biologico e la definizione, per i trattamenti fitosanitari, delle distanze minime di sicurezza dalle scuole, dalle abitazioni, dalle zone frequentate dalla popolazione e dalle coltivazioni biologiche, per tutelarle dal rischio della contaminazione accidentale. Pochi mesi dopo il Ministero dell’agricoltura aveva presentato una bozza di revisione su cui si era aperto un utile confronto ed erano state inviate osservazioni. Da allora non si è saputo più niente.
Il Piano è un punto fondamentale per il nostro futuro ed è strategico per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Europa. Sia nelle strategie Farm to Fork e Biodiversità sia nel piano strategico della Pac. Deve mettere in campo gli investimenti strategici in ricerca e innovazione necessari in questa fase di passaggio. Così come indicare concretamente gli strumenti per sostenere gli agricoltori che devono avere a disposizione le alternative ai pesticidi, a partire dalle tecniche di biocontrollo, oltre a una adeguata formazione e informazione. Non si può aspettare oltre”.
“Un ritardo inaccettabile anche per l’Europa”, commenta Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde. “A dimostrazione di quanto il nostro governo sottovaluti i danni, da tempo dimostrati, dei pesticidi per la salute umana, soprattutto per i soggetti più vulnerabili, come i bambini e i nascituri, per i quali rappresentano un pericolo concreto nello sviluppo cognitivo”.