Una proposta senza ambizione. Così in una dichiarazione congiunta l’European Environment Bureau e altre 70 organizzazioni hanno definito la nuova proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi che la Commissione Ue intende lanciare il 23 marzo.
Una mancanza di ambizione che preoccupa le organizzazioni. Il nuovo regolamento – si legge nella dichiarazione – promuove un modello agricolo ancora basato sull’uso dei pesticidi, come l’agricoltura di precisione e le tecniche di gene editing. Del resto – si interrogano i firmatari – la posizione poco coraggiosa della Commissione traspare dal nome stesso della proposta: è davvero possibile un uso sostenibile dei pesticidi?
Cosa serve invece
Al contrario per garantire la transizione dell’Unione europea verso sistemi alimentari agroecologici che proteggono la biodiversità e la salute umana è necessario stabilire obiettivi di riduzione ambiziosi e giuridicamente vincolanti sull’uso dei pesticidi sintetici.
Ad esempio: vietare immediatamente l’uso dei pesticidi più pericolosi, il loro impiego nelle aree residenziali e frequentate dai bambini e bandire anche le modalità di spargimento più pericolose.
Cambiare modello agricolo è possibile
Bisogna avere il coraggio di cambiare il modello agricolo attuale che, oltre ad avere effetti devastanti su ambiente e salute, intrappola gli agricoltori in un circolo vizioso di aumento della spesa per i pesticidi per compensare la diminuzione delle rese. Ad avvantaggiarsi di tutto questo è l’industria dei pesticidi i cui profitti in Europa nel 2017 sono stati stimati pari a 900 milioni di euro. Mentre nello stesso anno i costi a carico della società legati all’uso dei pesticidi sono stati pari a 2,3 miliardi di euro.
La transizione all’agroecologia è a portata di mano. Numerosi studi hanno dimostrato che l’agricoltura senza pesticidi è in grado di nutrire gli europei con alimenti sani, ridurre le emissioni di gas serra del 40% e tutelare la biodiversità e le risorse naturali.