Dal 1970 ogni anno il 22 aprile nel mondo si celebra l’Earth Day. Non una festa ma un’occasione per riflettere sui problemi che affliggono il nostro pianeta: dall’eccessivo sfruttamento delle sue risorse all’inquinamento e alla distruzione degli ecosistemi, fino alla scomparsa delle specie viventi.
Purtroppo l’agricoltura convenzionale basata sulla monocoltura intensiva è una delle attività dell’uomo che più impattano sullo stato di salute del nostro pianeta. Un modello insostenibile che prevede un uso dissennato di pesticidi, fertilizzanti e insetticidi che alterano gli equilibri degli ecosistemi e restano a lungo nel terreno e nei corsi d’acqua.
Le api e gli insetti impollinatori sono fra le più efficienti sentinelle dell’inquinamento ambientale legato all’impiego di pesticidi. Nell’ultimo decennio l’impatto tossico dei pesticidi sugli impollinatori è raddoppiato nonostante siano diminuite le quantità utilizzate. Dal 1980 al 2015 la popolazione degli impollinatori si è ridotta di un quarto a causa dei pesticidi. E le ricadute non sono solo ambientali visto che dal lavoro di impollinazione svolto dalle api dipende più dell’80% della produzione di cibo in Europa.
Anche le lucciole sono in serio pericolo. Secondo un recente studio pubblicato su Bioscience, la sopravvivenza delle lucciole è messa in pericolo dalla perdita e frammentazione degli habitat, dall’inquinamento luminoso e, ancora una volta, dai pesticidi. In particolare i neonicotinoidi, una classe di insetticidi sistemici neuroattivi tra i più usati al mondo, identificati come uno dei primi tre fattori trainanti del declino della popolazione delle lucciole. Per le lucciole le alte concentrazioni di insetticida nell’acqua e nel suolo possono essere particolarmente dannose: allo stadio larvale questo insetto vive e si sviluppa per mesi sott’acqua.
A svolgere funzioni di impollinatori ci sono anche i pipistrelli, che amano soprattutto mango, banane, papaia e avocado. Inoltre i pipistrelli sono mammiferi insettivori che mangiano insetti e parassiti (ogni pipistrello può consumare fino a 2.000 zanzare a notte), contribuendo a ridurre l’impatto degli insetti nocivi sull’agricoltura e a contenere l’impiego di pesticidi e insetticidi.
Attualmente un terzo dei chirotteri – l’ordine cui appartengono i pipistrelli – è minacciato o vulnerabile. Anche in questo caso la perdita di habitat e l’uso di pesticidi sono i principali responsabili.