Chi pensava di utilizzare il conflitto Ucraina Russia e i rischi sulla sicurezza alimentare per sospendere l’attuazione della strategia Farm to Fork e rallentare così la transizione agroecologica in Europa, questa volta ha fatto male i conti. Lo scorso 22 giugno la Commissione Ue ha lanciato due proposte: una per ripristinare la natura in Europa entro il 2050 e l’altra per dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2050. Due normative di grande importanza e valore anche perché rendono vincolanti per gli Stati membri alcuni degli obiettivi delle Strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”.
Al riguardo le associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura, di cui fa parte Federbio, hanno espresso la loro soddisfazione pur sottolineando che ci sono ancora delle lacune da sanare. “Si apre ora il percorso più arduo”, dichiarano le associazioni, “le potenti lobby agricole, con il pretesto della guerra in Ucraina, hanno cercato di fermare queste proposte fino all’ultimo giorno e continueranno a ostacolarne il futuro iter legislativo”.
Il traguardo è chiaro: garantire sistemi alimentari più sostenibili per proteggere la salute dei cittadini e attenuare i danni economici legati al degrado del suolo e alla perdita di impollinatori. Per raggiungerlo l’Unione europea propone obiettivi giuridicamente vincolanti a livello europeo e nazionale. Entro il 2050 si dovrà ridurre del 50% l’uso dei pesticidi e entro il 2030 dimezzare quello dei principi attivi più pericolosi.
L’uso di tutti i pesticidi sarà vietato in luoghi quali: le aree verdi urbane, compresi i parchi o giardini pubblici; i parchi gioco; le scuole; i campi ricreativi o sportivi; i sentieri pubblici e le zone protette nel rispetto delle prescrizioni di Natura 2000; qualsiasi area ecologicamente sensibile per gli impollinatori in pericolo.
Da sottolineare che la normativa da Direttiva passa a Regolamento. Cosa che rende il testo e i target in esso contenuti immediatamente vincolanti per gli Stati Membri.
Le misure comprendono anche l’obbligo per gli agricoltori di tenere registri. Inoltre, gli Stati membri dovranno fissare norme specifiche per coltura che individuino le alternative da utilizzare al posto dei pesticidi chimici.
La Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides ha sottolineato: “È giunto il momento di cambiare il modo in cui utilizziamo i pesticidi nell’UE. Si tratta della salute dei nostri cittadini e del nostro pianeta. Dobbiamo ridurre l’uso di pesticidi chimici per proteggere il suolo, l’aria e i prodotti alimentari e, in ultima analisi, la salute dei nostri cittadini. Per la prima volta, vieteremo l’uso di pesticidi nei giardini pubblici e nei parchi giochi, facendo in modo che si riduca drasticamente la nostra esposizione a questi prodotti nella vita quotidiana. La politica agricola comune sosterrà finanziariamente gli agricoltori per coprire tutti i costi delle nuove norme per un periodo di 5 anni. Nessuno sarà lasciato indietro.”
Questa normativa della Commissione punta a riparare nell’80% degli habitat europei che versano in cattive condizioni. A tutti gli Stati membri saranno assegnati obiettivi giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura a integrazione delle normative esistenti.
L’obiettivo è far in modo che le misure di ripristino coprano almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’Ue entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
La proposta di legge avrà ricadute anche sul paesaggio agricolo europeo. Il testo presentato dalla Commissione prevede, infatti, il “ripristino degli ecosistemi agricoli” al fine di migliorarne la biodiversità e l’impegno degli Stati membri ad arrestare e invertire il declino degli impollinatori entro il 2030. Inoltre i Paesi Ue dovranno garantire una tendenza all’aumento di alcuni importanti indicatori negli ecosistemi agricoli, tra cui lo stock di carbonio organico nei suoli coltivati e la quota di terreno agricolo con caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità.
“Il ripristino della natura”, ricorda la Commissione, “va a vantaggio di tutte le componenti della società. Gli investimenti per il ripristino della natura generano un valore economico compreso tra 8 e 38 euro per ogni euro speso, grazie ai servizi ecosistemici che favoriscono la sicurezza alimentare, la resilienza degli ecosistemi e l’attenuazione dei cambiamenti climatici, nonché la salute umana. Aumenta inoltre la presenza della natura nei nostri paesaggi e nella nostra vita quotidiana, con benefici dimostrabili per la salute e il benessere, aggiungendo anche un valore culturale e ricreativo.”
Ed è proprio su queste norme che le associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura lanciano l’allarme sulla tenuta degli obiettivi delle proposte della Commissione durante l’iter di approvazione che vedrà il passaggio in Parlamento e Consiglio Europeo.
Le associazioni chiedono che il Governo italiano si faccia garante delle due proposte della Commissione, senza ambiguità. E che s’impegni per una loro rapida definitiva approvazione e attuazione coerente a livello nazionale. Impegno che deve riflettersi fin da subito sui processi decisionali in atto ad iniziare dal necessario adeguamento del Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022. Il ministro Patuanelli si è impegnato a presentare questo adeguamento alla Commissione UE entro il mese di luglio, con modifiche sostanziali al fine di rendere il documento di programmazione della nuova Pac funzionale all’attuazione delle nuove normative europee.