Domani 10 dicembre nel corso della riunione del Consiglio Europeo dell’Agricoltura e della Pesca sarà discussa la proposta del nuovo Regolamento per l’utilizzo dei fitofarmaci contenente gli obiettivi di riduzione per gli Stati membri.
In questa circostanza sarà votata una risoluzione per chiedere alla Commissione un’ulteriore valutazione d’impatto sul regolamento. Se fosse approvata le fasi di discussione della proposta slitterebbero con il rischio che il Regolamento non venga adottato prima delle prossime elezioni europee. Un rinvio strumentale per affossare la riforma della Direttiva UE pesticidi, come riferito da alcune fonti anonime all’interno della stessa Commissione.
Per scongiurare questa eventualità 16 associazioni ambientaliste (Associazione Consumatori ACU, AIDA, AIAB, AIAPP, Associazione Italiana Biodinamica, CIWF Italia Onlus, FederBio, Greenpeace, ISDE Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu-BirdLife, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia, Terra! e WWF Italia), hanno inviato una lettera ai ministri Italiani dell’Agricoltura, dell’Ambiente e della Salute, competenti in materia di pesticidi, per chiedere che l’Italia cambi la sua posizione e non appoggi la richiesta di valutazione di impatto ma sostenga la proposta della Commissione Europea.
Secondo l’associazione ambientalista austriaca Global 2000 , venuta in possesso dei verbali secretati di una riunione che si è tenuta a novembre, 17 ministri su 26, sarebbero a favore della valutazione d’impatto aggiuntiva. Tra questi oltre all’Italia, Austria, Bulgaria, Estonia-Estland, Finlandia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Slovenia. Mentre Germania, Francia, Spagna, Croazia, Cipro, Belgio e Svezia si oppongono.
Il nostro Paese – scrivono le associazioni – sta già dimostrando di poter essere un esempio virtuoso in Europa nella riduzione dell’uso dei pesticidi grazie alle sempre più numerose aziende che scelgono l’agricoltura biologica (il 17,4% della SAU condotta con metodo biologico contro il 9% della media Europea). E’ però necessario un impegno maggiore considerato che l’Europa ha chiesto all’Italia di raggiungere un taglio dell’uso del 62% dei pesticidi entro il 2030 e oggi siamo al secondo posto per consumo di sostanze chimiche di sintesi in agricoltura, secondi solo alla Spagna.
Secondo le associazioni firmataria è necessaria per questo un’azione immediata: un impegno a portare a termine la revisione del Piano di Azione Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, in attesa di rinnovo dal febbraio 2019, con un testo che recepisca gli obiettivi di riduzione europei indicati dalle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030.
“Gli attuali giochi politici per abbandonare gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal europeo non garantiranno la sicurezza alimentare indicata come pretesto per dilazionare i tempi della transizione ecologica della nostra agricoltura, ma rischiano invece di causare un peggioramento delle crisi ambientali”, dichiarano le associazioni. “Gli effetti del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità stanno già causando impatti devastanti su raccolti e mezzi di sussistenza in tutto il mondo. La finestra di opportunità per garantire un futuro vivibile sul nostro pianeta attraverso un’azione decisa e mirata si sta chiudendo rapidamente. Se non riusciamo oggi ad avviare la necessaria trasformazione dei nostri sistemi agro-alimentari, come delineato nelle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, la situazione peggiorerà notevolmente. Rinviare l’approvazione dei Regolamenti per la riduzione dell’uso dei pesticidi e il ripristino della natura presentati dalla Commissione UE sarebbe un errore imperdonabile “.