
Il biologico si coniuga bene con l’innovazione. È questo il messaggio chiave emerso da Oltre.bio, il progetto il cui obiettivo è “andare oltre” il tradizionale approccio del metodo di agricoltura biologica. L’adozione di pratiche innovative è fondamentale per rispondere alle sfide del settore e al contempo affrontare le criticità ambientali e climatiche.
Il progetto sviluppato a partire dal 2020 in Puglia, una delle regioni italiane più produttive in termini di biologico, è partito dall’analisi delle caratteristiche di due colture campione del nostro Paese, l’uva da tavola e il ciliegio.
I risultati – ottenuti in 3 anni di sperimentazione e presentati lo scorso 23 gennaio al CIHEAM di Bari – hanno dimostrato la possibilità di attuare la coltivazione biologica delle due specie mediante un approccio ecosistemico. In particolare il progetto si è concentrato su una migliore gestione del suolo e dell’acqua, sulla possibilità di ottenere prodotti più durevoli in termini di shelf-life e sul controllo dei parassiti.
“Chi accoglierà le nuove metodologie potrà andare oltre la classica gestione bio. Potrà avere un suolo più fertile, grazie alle tecniche di inerbimento interfilare, di sovescio e all’apporto di compost. Potrà gestire al meglio le avversità grazie all’utilizzo di antagonisti e/o di preparati microbiologici in grado di contrastare i parassiti e, in contemporanea, all’utilizzo di sensoristica avanzata per il monitoraggio microclimatico, la razionale gestione irrigua e i modelli previsionali delle avversità. E, infine, potrà meglio gestire la fase di post-raccolta e il packaging grazie al dispositivo Blowdevice in sinergia con la frigoconservazione e l’atmosfera modificata per aumentare la shelf-life di uva e ciliegie”, afferma Luigi Tarricone (CREA-VE).
Tutto questo, come dimostrano i risultati Oltre.bio, è stato reso possibile dalla stretta collaborazione tra agricoltori, ricercatori e agronomi nelle diverse fasi: dal campo allo scaffale di vendita.
“L’adattamento ai cambiamenti climatici riguarda tutti noi, per cui diviene indispensabile rivedere le pratiche di gestione agronomica, dare forza al settore bio attraverso le nuove tecnologie, aiutare gli agricoltori a essere parte della soluzione e non del problema. Dobbiamo andare Oltre, verso un futuro salutare per noi e per il nostro Pianeta”, conclude Nicola d’Onghia (Tenute D’Onghia).
All’evento di presentazione del progetto, oltre ai ricercatori di CREA (Centro Viticoltura ed Enologia di Turi e Centro Agricoltura e Ambiente di Bari), Università degli Studi di Bari Aldo Moro (dipartimento DISSPA), Università della Basilicata (dipartimento SAFE), CIHEAM Bari, ai tecnici delle strutture che operano nell’assistenza tecnica di campo, Agrolab ed Agrimeca, hanno partecipato Oronzo Milillo, presidente ODAF Bari, Riccardo Velasco, direttore CREA-Centro ricerca Viticoltura ed Enologia, Gianluca Chieppa, presidente ARPTRA, Luigi Trotta, dirigente sezione Competitività delle Filiere Agroalimentari della Regione Puglia, Gianluigi Cardone, amministratore scientifico di CIHEAM Bari.