Il Chief Executive Officer di Bayer Werner Baumann si è dimesso. Paga il flop dell’acquisto di Monsanto, il gigante delle biotecnologie agrarie Usa proprietario del brevetto del glifosato, il pesticida inserito dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro nella categoria dei “probabili cancerogeni”. Non ha funzionato la fusione tra un colosso farmaceutico e uno agrochimico, l’operazione più imponente degli ultimi anni che nel 2018 portò Bayer a sborsare circa 66 miliardi di dollari. A sostituire Baumann, Ceo dal 2016 e il cui mandato scadeva nel 2024, è stato chiamato a partire da giugno l’ex capo della società farmaceutica Roche, Bill Anderson.
Già a settembre l’agenzia Bloomberg aveva scritto che “senza clamore, Bayer avrebbe avviato la ricerca di un successore per l’amministratore delegato Werner Baumann, prospettando la possibilità di una uscita anticipata”.
Secondo Philippe Escande, editorialista economico di Le Monde, la scelta di Bill Anderson è un segnale di rifocalizzazione di Bayer sulla farmaceutica. A suo giudizio, si tratta di una missione delicata, ovvero ripristinare la reputazione della più grande azienda farmaceutica tedesca, che ha brevettato l’aspirina nel 1897 e che ha visto la sua immagine offuscata dall’acquisizione di Monsanto. Dopo oltre sette anni di cause legali, costate all’azienda più di 10 miliardi di dollari (9,3 miliardi di euro) e che hanno fatto precipitare i prezzi delle azioni, sostiene Escande, è ora di voltare pagina. Tradotto nel linguaggio degli azionisti, questo significa tentare di rianimare il prezzo di Borsa. Il modo più semplice per farlo, ed è quello che suggeriscono due hedge fund, è dividere in due la società, con i prodotti farmaceutici da un lato e gli agrochimici dall’altro. Chiaramente, buttando a mare la costruzione di Werner Baumann.
Il sindacato tedesco Igbce ha reagito alla notizia opponendosi a qualsiasi scissione delle divisioni. “È possibile gestire la trasformazione del settore solo con una politica aziendale basata sulla diversificazione del rischio e sulla sostenibilità, non sull’attivismo degli hedge fund”, ha dichiarato a Die Tageszeitung Francesco Grioli, membro del consiglio esecutivo del sindacato.
L’acquisizione di Monsanto ha portato Bayer al controllo del 24% del mercato dei pesticidi e del 29% di quello dei semi.